Un detenuto, il terzo da inizio 2024, si è tolto la vita nel carcere napoletano di Poggioreale. Secondo quanto si apprende aveva una fine pena a breve termine. A confermare il decesso è stato il provveditore per le carceri della Campania Lucia Castellano: “Il detenuto era afflitto da una situazione personale particolarmente difficile – ha spiegato il provveditore all’Ansa – MI sono già attivata ma la situazione del carcere di Poggioreale, il più affollato d’Europa, è particolarmente complicata”. Sono in corso indagini per chiarire la dinamica dei fatti.
Non possono che tornare ad alimentarsi le polemiche sulla situazione. “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea – denuncia Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – E se si tratta della terza persona che, dall’inizio dell’anno, si uccide in cella, allora il termine ‘ecatombe’ non è un termine ad effetto ma la pura realtà”.
Guacci evidenzia come “questi tre suicidi, che si sono susseguiti negli ultimi tempi, sono anche le conseguenze di numerose criticità che il Sappe sta denunciando da tempo ai vertici regionali e anche dipartimentali. Da anni denunciamo il grave sovraffollamento dei detenuti a Poggioreale dove, a fronte di una capienza regolamentare di 1.571 posti, oggi sono presenti 2.020 persone, delle quali circa la metà con posizione giudica di definitivo. La situazione sembra essere peggiorata, poiché con la chiusura di alcuni padiglioni per lavori di ristrutturazione solo una parte dei detenuti sono stati trasferiti mentre altri sono stati smistati presso altri reparti comportando a carico del personale di polizia penitenziaria disordine e caos organizzativo”.