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La storia di Giovanna, disabile e disoccupata che da 8 anni chiede un incontro al presidente De Luca: la situazione

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La storia che vi stiamo per raccontare riguarda la 56enne Giovanna Galasso, una donna passata dagli anni nei quali era una manager di successo a quelli in cui una diagnosi di disabilità psichica nella forma di un disturbo schizzo-affettivo, le ha stravolto la vita.

Tuttavia, la donna non si è persa d’animo e ha cercato un’occupazione adeguata alle sue condizioni di salute, un lavoro che per la legge 68 del 1999 le spetta di diritto. In particolare, la 56enne ha lavorato dal 2008 al 2013 presso la segreteria del sindaco di Afragola, poi terminata la consiliatura non è più riuscita a ricollocarsi.

A quel punto, la donna si è rivolta ai soggetti pubblici per sensibilizzare la sua condizione, ma le cose non sono andate come si aspettava, come lei stessa racconta:

“Ho scritto a tutto e a tutti: governi, partiti, UNAR, Codacons, sindacati, giornali, associazioni. A tutti i parlamentari, alla Presidenza della Repubblica, che per tre volte ha segnalato la mia storia alla Regione Campania. A cominciare dal capo di segreteria del presidente De Luca, al quale ho scritto ripetutamente, a finire con tutti i consiglieri di maggioranza dello stesso presidente, dei quali nessuno si è dimostrato un vero democratico, perché nessuno ha difeso la mia istanza, che è quella di parlare civilmente col presidente De Luca”.

Poi, aggiunge: “Vi rendete conto che sono 8 anni e mezzo che chiedo di essere ricevuta dal presidente De Luca e questo colloquio non mi viene accordato?. Ho scritto appelli su appelli, email all’universo mondo, e non credo che la mia storia non sia giunta all’orecchio di De Luca, eppure c’è proprio un rifiuto, un’indifferenza, una strafottenza verso le questioni dei cittadini. Quando si tratta di girovagare per tagli di nastri, presentazioni di libri e amenità varie, il tempo il presidente lo trova. Non c’è una giustificazione legittima. Il presidente De Luca mi deve almeno l’onore delle armi, per aver tanto lottato, per aver tanto invocato giustizia, per me, e per tutte le persone che vivono la mia stessa condizione”.

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