Doccia fredda per il calcio italiano, dopo che il Consiglio dei Ministri di ieri pomeriggio ha annullato la proroga del Decreto crescita per il calcio.
In particolare, dopo l’acceso dibattito andato in scena a Palazzo Chigi nel quale il governo ha deciso di stralciare la modifica dell’articolo 5, comma 9, del Decreto legislativo XX.
Infatti, nell’ambito delle proroghe “di termini in materia di sport” era stata stabilita la posticipazione dell’abrogazione del Decreto crescita dal 31 dicembre 2023 al 29 febbraio 2024, dando quindi due mesi di ossigeno ai club solo se “risultano in regola con il pagamento degli obblighi fiscali, contributivi e previdenziali” e salvando dunque il beneficio fiscale (tassazione ridotta dal 45% al 25% per chi arriva dall’estero) ritenuto dai club vitale in sede di calciomercato.
Tuttavia c’è stato un inatteso dietrofront, con la proroga che sarà abolita a partire dal 1 gennaio. Dunque, le società perderanno da subito e in modo definitivo questo privilegio, utile in ottica di competitività con gli altri top club esteri.