Nel corso della giornata odierna, l’Aula del Senato ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue. In particolare, i voti a favore sono stati 104, 61 i contrari, 13 gli astenuti.
Ecco la replica di Meloni al Senato, a seguito della discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue, parlando della proposta di Mario Monti:
“Il veto sul patto di stabilità? Io non escludo nessuna delle scelte. Credo si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l’Italia, sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso”.
Poi, aggiunge: “Il governo Conte alla chetichella ha dato l’assenso al Mes. E questo è successo il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti. Capisco la vostra difficoltà e il vostro imbarazzo, ma dalla storia non si esce. Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni, lasciava questo pacco al governo successivo. Noi non stiamo trasferendo armi a Israele. Oppure vi riferite alle armi che il Governo Conte ha venduto ad Israele, visto che il governo Conte è stato quello che ha venduto più armi di tutti a Israele”.
Poi, prosegue nella replica al Senato:
“Se avete argomenti rispondete in replica, io non mi metto a gridare mentre parlate. Io farò sempre la mia parte, per ricordare le politiche disastrose di governi precedenti che noi siamo chiamati a riparare. L’austerità? Non so cosa intenda, noi abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra con spese come quelle per superbonus e banchi a rotelle. Non è austerità ma serietà, ed è il motivo per cui gli italiani hanno chiesto a noi di governare e a voi di fare un passo indietro. Abbiamo liberato risorse sul diritto allo studio, sull’Emilia Romagna, abbiamo dato ancora più finanziamenti sulla sanità. Con un piccolo escamotage tecnico arriva il fondo sanitario al massimo di risorse mai avute nel fondo. Il superbonus pesa come un macigno sui nostri conti e sottrae 20 miliardi di euro l’anno. E’ un provvedimento che nasceva da un intento condivisibile, ma è stato trasformato nel più grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali, lasciando aziende e famiglie per bene in un mare di guai. Questione che ora, noi cerchiamo di risolvere”.
Poi, la premier risponde a chi vedeva nelle sue parole un attacco a Mario Draghi:
“Quello che dicevo ieri sulla foto è lungi da essere un attacco a Mario Draghi, tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull’Ucraina, di quella maggioranza che tutti ricordano. Quello che cercavo di spiegare è che, proprio perché ho rispetto di quella fermezza, non si risolve il suo lavoro fatto nella foto sul treno con Francia e Germania. Quel treno l’ho preso anche io per andare a Kiev, vorrei ricordare. Si figuri se non capisco il valore che ha. Dal mio punto di vista c’è stata un’Italia che in passato ha ritenuto solo di aspettare cosa facevano Francia e Germania, aspettando di accodarsi in una foto. Non vuol dire che non abbia le mie foto con Macron, Scholz, Orban, con chiunque. In politica estera devi saper parlare con tutti, quello che cerco di fare ogni giorno, ben sapendo che le mie posizioni non si sovrappongono con quelle di tutti gli altri. È molto più forte in politica estera chi riesce a dialogare con tutti. Se oggi si raggiungono obiettivi è per il ruolo di un’Italia capace di dialogare con tutti”.
Infine, Meloni si sofferma sul Pil e sulle migliorie che ha portato il suo governo:
“Durante gli anni di governo del centrosinistra il Pil crollava, ora con noi il Pil va meglio. La propaganda poi si scontra con la realtà. Lorefice rivendica la grandezza dei dati a doppia cifra sul Pil durante i governi Conte, ma omette un particolare: quello che è accaduto mentre si usciva dalla pandemia, in economia si definisce il ‘rimbalzo del gatto morto’: financo se si getta un gatto dalla finestra e il gatto muore, rimbalza. Il Pil nell’anno precedente era sprofondato più di quanto fossero sprofondati i Pil del resto d’Europa, un dato di cui non mi vanterei. Noi dobbiamo essere, e io sono molto fiera del lavoro fatto sul PNRR, un lavoro che abbiamo fatto nonostante il tema di una possibile revisione del Piano per adeguarlo a un contesto mutato, risolvendo alcune criticità che c’erano nei Piani adottati dai precedenti governi, nonostante venisse considerata un’ipotesi impossibile o derubricata a una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del PNRR, ci avrebbe portato l’Italia fuori dall’Europa in un racconto distorto e distruttivo che non fa stato del ruolo dell’Italia, di quello che possiamo ottenere con un po’ di pragmatismo e buonsenso. Abbiamo dimostrato che, se fatte bene, le cose si possono ottenere. Si è tifato più perché l’Italia non ottenesse la terza rata che alla coppa Davis. Nonostante tutto abbiamo ottenuto la terza, la quarta e entro fine anno consegneremo gli obiettivi della quinta e revisionato il Piano”.