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Cronaca

Camorra, il brand ‘Corleone’ trait d’union tra Tony Colombo e il boss Vincenzo Di Lauro

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Nelle idee del boss Vincenzo Di Lauro, il brand ‘Corleone’ doveva essere un marchio venduto in tutta Europa, sfruttando la presenza di personaggi del mondo dello spettacolo come Tony Colombo e della moglie Tina Rispoli.

In particolare, la partnership tra i due risale al 2016, quando speravano di lanciare il marchio nel mondo della moda, tramite l’immagine di Colombo e i negozi di Di Lauro per iniziare a distribuirlo. Pertanto, il boss finanziava con assegni anche la produzione dei capi d’abbigliamento, e insieme al cantante decideva anche le stampe da apporre sui singoli pezzi.

Inoltre, Di Lauro avrebbe profuso impegno nel lancio di un altro marchio, la bevanda energetica ‘9mm’, avente la forma di un proiettile. Stando alle intercettazioni, la prima ad essere esaltata per le sue capacità imprenditoriali è Tina Rispoli, definita come “una donna che comanda gli uomini”, ritenendola capace di raddoppiare i suoi profitti tramite investimenti.

Infatti, sarebbe sempre la Rispoli a essere dietro a Tony Colombo, utilizzato per ripulire i soldi del clan attraverso la sua immagine e la sua attività. Invece, Vincenzo Di Lauro viene definito come un uomo con le palle, a cui viene riconosciuta la grande capacità imprenditoriale, come dimostrano la creazione della bevanda energetica e la sua volontà di elevarsi a imprenditore.

Come detto, l’attività pubblicitaria del marchio si avvaleva di varie strategie, come sfruttare l’immagine di personaggi famosi tra cui Lele Mora e lo speaker di Radio Kiss Kiss Luca Sepe, entrambi estranei all’inchiesta e più volte ospiti del negozio come clienti vip.

Infine, in altre conversazioni tra Tony Colombo e Vincenzo Di Lauro si parla anche di una stamperia non identificata di Palma Campania, a cui doveva finire un assegno da 3500 euro più Iva per il pagamento della merce.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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