Caivano

CAIVANO. No all’antimafia di mestiere. La politica deve attuare il cambiamento ma si rischia un nuovo carrozzone affaristico.

Pubblicato

il

CAIVANO – Qualche decennio fa la mafia non c’era, nei dibattiti pubblici e nelle sentenze neanche si pronunciava la parola. Poi una legge che ne garantisce l’esistenza! Poi le stragi e il nemico era, per tutti, la mafia. Nasce così un movimento antimafia, che non è fatto solo da forze dell’ordine e magistratura – quelli che, salvo eccezioni particolari, la lotta alla mafia l’hanno sempre fatta – ma anche di un sacco di altra gente.

Nascono associazioni contro le mafie, fondazioni, associazioni antiracket, consorzi, ecc. Poi, ecco che neanche tanto all’improvviso qualcosa si rompe e qualcuno parla addirittura di “mafia dell’antimafia” ed il nemico diventa un altro, ovvero tutti coloro che approfittando di un’aureola di legalità, forti della posizione acquisita, del credito che si pensa di avere nelle istituzioni, cercano di fare affari con la cosiddetta antimafia sociale. Nascono, quindi, i professionisti dell’antimafia.

Occorre riconoscerlo, ci sono troppi segnali che dicono che oggi oltre alla mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita, le mafie che si fanno sempre più imprenditrici, c’è un nemico in più ed è fatto da persone che portano la faccia di un certo Roberto Helg e che di mestiere fanno proprio gli antimafiosi di maniera. 

E mentre il più alto in grado dei professionisti dell’antimafia in salsa caivanese, da sempre disinnescatore di indignazione, attraverso un organo di Stampa rilasciava dichiarazioni asserendo che a Caivano, dopo la visita della Premier Meloni è stato totalmente annientato lo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri della Compagnia locale nel centro della città, arrestavano per detenzione di droga a fini di spaccio Arturo Scuotto, 62enne del posto e già noto alle forze dell’ordine. Durante la perquisizione nella sua abitazione, i militari rinvenevano 83 dosi di cocaina e quasi mille euro in contante ritenuto provento illecito.

Lo stesso professionista dell’antimafia già aveva fatto molto discutere quando all’indomani dei due maxiblitz fatti all’interno del Parco Verde chiedeva a gran voce di calmierare le azioni militari per paura che nel ciclone della legalità ci finissero anche gli occupanti abusivi del rione. Giusto precisare che la totalità dei pusher del Parco sono occupanti abusivi ma questo per alcuni personaggi antimafia sono minuzie.

Purtroppo dopo il maxiblitz, ma anche abbondantemente prima dello stesso, il nucleo operativo del traffico di stupefacenti a Caivano si è spostato tra il Rione IACP cosiddetto Bronx – luogo dove sono avvenuti i fatti dello stupro alle due tredicenni – e le vie del centro. La toponomastica è già nota alle forze dell’Ordine così come agli abitanti di Caivano e a coloro che vorrebbero accrescere la loro potenza sul territorio raccontando balle alla popolazione e alle istituzioni.

Il cambiamento deve essere culturale e non può avvenire attraverso prove di forza che seppur utili al momento, al ritorno delle ordinarie attenzioni delle istituzioni si rischia di fare anche peggio.

Soprattutto, in vista delle prossime elezioni amministrative, chi dovrebbe dare un forte segnale in tal senso è la politica che memore degli errori commessi specialmente in fase di costruzione delle coalizioni dovrebbe avere come primo obiettivo la governabilità della città e non la vittoria della competizione elettorale a tutti i costi.

Ma anche in questo caso Caivano si rivela l’ennesima delusione. Imparando dagli errori commessi nel 2020, dove gli avevano posto su un piatto d’argento una coalizione di ben sette liste, aver rifiutato una coalizione altamente competitiva ed aver perso miseramente perseguendo degli ideali rivelatisi non attuabili a queste latitudini, Antonio Angelino, stavolta vorrebbe fare incetta di candidature, simboli e personaggi pur di assurgere al titolo più onorifico della città. Ma non ha ancora fatto i conti col resto dei suoi ex alleati.

È da giorni che attraverso organi di stampa amici, il leader di Caivano Conta tenta le fughe in avanti, proclamandosi velatamente o facendosi fare endorsement da personaggi politici molto vicini come Orsella Russo sulla sua candidatura a Sindaco naturale di una coalizione mista tra partitica e civica, inglobando all’interno di essa anche e soprattutto simboli del centrodestra, Forza Italia compresa.

Colui che rifiutò le liste dell’ex Sindaco Simone Monopoli nel 2020, oggi non disdegna di inglobare nella propria coalizione gli ammazza Monopoli. Personaggi dediti ai “ricatti politici” come Gaetano Ponticelli e Giuseppe Mellone, gli stessi che attraverso richieste assurde non consentite dall’allora Sindaco Simone Monopoli determinarono la sfiducia e quindi la fine del mandato del cardiologo caivanese.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che gente come Lello Del Gaudio, Luigi Padricelli ed Enzo Pinto non siano proprio tanto d’accordo a queste fughe in avanti tentate dal topiano Angelino e pare che nella prossima riunione di coalizione, i tre porranno una condizione sul tavolo: se la richiesta di Caivano Conta e Caivano Oltre fatta ai partiti sia stata quella del si alla coalizione mista purché il Sindaco sia di espressione civica e se nelle loro idee fosse già presente il nome di Antonio Angelino, la richiesta dei tre sopra citati sarà quella di occupare tutto il resto delle caselle vacanti tra incarichi istituzionali e quelli di sottogoverno, lasciando alle due civiche solo l’espressione del Sindaco. Queste saranno le condizioni affinché Antonio Angelino possa avere la strada in discesa verso la candidatura a Sindaco. In caso contrario, se i rappresentanti delle due liste non saranno d’accordo a queste condizioni, dovranno essere costretti a lasciare sul tavolo il nome del loro papabile candidato.

L’analisi che esce fuori da queste prime scaramucce è che Antonio Angelino pare vada in giro a collezionare accordi anche con gente improbabile rispetto agli ideali da lui sempre sbandierati e a tal proposito alcune domande sorgono spontanee: ma Antonio Angelino ricorda il modus operandi di alcuni personaggi come Gaetano Ponticelli & Co? Sarebbe disposto a lasciare a questi due l’assessore alla manutenzione, all’urbanistica e alle Politiche Sociali nonché un Superdirigente ai Lavori Pubblici? Almeno queste erano le richieste che facevano nel lontano 2016, poi se si sono redenti, fortuna di Antonio Angelino! Ma soprattutto, quando il leader di Caivano Conta va in giro ad accordarsi con esponenti di cesariana memoria, si chiude anche in accordi parlando già di cariche e ruoli? Ma i caivanesi lo sanno che l’unione tra Gaetano Ponticelli e Antonio Angelino non è altro il riflesso degli accordi fatti su altri territori tra Armando Cesaro e Lello Topo? Veramente i caivanesi vorranno lasciare la città in mano a questi due ultimi soggetti? Checché ne possa pensare Annarita Patriarca che viene sul terriorio a farsi fotografare insieme al suo esponente di partito caivanese, la stessa deve sapere che l’ex consigliere azzurro, meglio noto come l’ammazzasindaci è stato, è e resterà fedele solo alla famiglia Cesaro – intesa come famiglia intera comprensiva di padre, figlio e zii – il resto non ha più bisogno di presentazioni. Ai caivanesi l’ardua sentenza.

Popolari

Exit mobile version