Dopo l’accordo raggiunto ieri a Bruxelles sulla posizione negoziale, in merito al regolamento alle crisi migratorie, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si ritiene “soddisfatta di un testo che va molto più incontro alle esigenze italiane”.
Ecco le sue parole a margine del summit della Comunità Politica Europea a Granada:
“Sono contenta del fatto che credo si sia dimostrato che siamo tutt’altro che isolati, in questa trattativa. Che, bene o male, la percezione e gli intenti dell’Europa sulla materia della migrazione stanno evolvendo verso una linea più pragmatica, di legalità, che vuole combattere i trafficanti, che vuole fermare l’immigrazione illegale e gestire l’immigrazione legale. Che è l’unico modo anche per dare alle persone una vita dignitosa”.
Poi, aggiunge: “La Commissione Europea è attiva sulla dimensione esterna delle migrazioni, ma sui tempi bisogna lavorare per correre un po’ di più. Si può fare sempre meglio, però sicuramente sono soddisfatta della piega che ha preso ieri il dibattito sul patto di immigrazione e di asilo. Sulla dimensione esterna bisogna correre un po’ di più”.
Poi, continua: “Con il cancelliere tedesco Olaf Scholz abbiamo un bilaterale domani mattina. Ovviamente abbiamo dato il nostro voto, perché lo riteniamo un testo che è decisamente migliore rispetto alle regole precedenti. Ma la proposta italiana attuale, non è quella di continuare a parlare di come ridistribuiamo o distribuiamo persone che illegalmente entrano in Europa. La proposta italiana è fermare la migrazione illegale. Ed è anche l’unica che può mettere tutti d’accordo nell’Ue”.
Infine, parlando dell’Africa, ha così proseguito:
“Ho spiegato già varie volte l’approccio del piano Mattei. Siamo in dirittura d’arrivo anche con una norma relativa alla governance di questo nostro piano, con la presentazione di un piano che vogliamo confrontare, prevalentemente con i Paesi europei, nella conferenza che abbiamo ai primi di novembre, Italia-Africa, e che poi io presenterò in Parlamento e porterò alle istituzioni europee. Perché l’Italia vuole tentare di essere un pioniere in questa materia dei rapporti, diversi, dei quali abbiamo bisogno col continente africano. Un approccio che non deve essere paternalistico, che non deve essere predatorio, che deve essere un approccio da pari a pari. Ma chiaramente abbiamo bisogno di un’Europa che ci creda, nel suo complesso, perché possa essere efficace. Da sola, l’Italia non può affrontare tutti i problemi del continente. Comunque, ho trovato sempre molta attenzione su questa materia”.