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POZZUOLI. Abusivismo edilizio. Il Consigliere Iasiello moralizzatore a interessi alterni

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POZZUOLI – Non si placa la polemica nei confronti del Consigliere Comunale Guido Iasiello, accusato dall’associazione “Ambientalisti Flegrei” per un abuso nella casa di famiglia e precisamente della madre, dove lui pare aver abitato da tempo. L’abuso in questione, come afferma lo stesso Iasiello in una lettera al quotidiano on line Cronaca Flegrea, sarebbe una veranda in alluminio costruita abusivamente dai nonni dello stesso consigliere comunale. Un abuso, però, che Iasiello conosceva fin troppo bene, ovviamente, come lo stesso dichiara nella sua lunga lettera di difesa. Il tema reale, però, è ben altro e di fatto riguarda la guerra di lettere, esposti anonimi e accessi agi atti ad personam, che si stanno utilizzando nella città di Pozzuoli come arma politica. Lo stesso Iasiello, infatti, insieme ai consiglieri di minoranza, Figliolia tra tutti, sarebbe tra i firmatari di numerosi accessi agli atti su presunti abusi edilizi. Tra questi c’è sicuramente l’accesso agli atti sul compagno dell’assessore Zazzaro. Accesso sul quale, dopo aver ricevuto le carte, i consiglieri comunali di opposizione sarebbero andati fino in fondo, addirittura investendo altri organismi competenti. Ma secondo le nostre fonti, risulterebbe anche un accesso agli atti su alcune proprietà riconducibili al vice sindaco Filippo Monaco. Documenti che, però, stentano ad uscire dalle mani degli stessi che l’hanno richiesti. Ed è proprio questo il punto. Quando il consigliere Iasiello chiedeva a gran voce un consiglio comunale sugli abusi edilizi, si riferiva anche a quelli in casa sua? Quando parlava in consiglio comunale di “moralizzatori” riferendosi a chi chiedeva l’abbattimento dei cancelli abusivi sui lidi, si riferiva anche a lui stesso? Che conosceva l’abuso che aveva in casa ma moralizzava sugli altri? Ma soprattutto, i consiglieri comunali della squadra di Figliolia, hanno fatto delle richieste di accesso agli atti alle quali hanno dato seguito sempre? E se non hanno dato seguito, come dicono le nostre fonti, rispetto all’accesso agli atti riconducibile a presunte costruzioni collegate al vice sindaco Filippo Monaco, come mai? Non vorremmo fosse una strategia non tanto per colpire gli abusi, ma per mandare un messaggio chiaro alla controparte: conosco i tuoi scheletri nell’armadio e se voglio li utilizzo. Sarebbe un precedente gravissimo ed una forma di ricatto inaccettabile da chi fa politica.

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