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Carabiniere napoletano si toglie la vita, tragedia nel capoluogo lombardo, dove il 42enne lavorava.

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Padre di famiglia, originario di Napoli, un carabinieri si è tolto la vita a Milano. Aveva 42 anni ed era in servizio al Terzo Reggimento di Milano, in attività all’hub migranti di via Clerici a Bresso.  Giovedì mattina il corpo senza vita dell’uomo, sottufficiale dell’Arma, è stato rinvenuto senza vita nel bagno della struttura in cui lavorava. Pare non ci sia alcun dubbio sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario: il 42enne si sarebbe tolto la vita con la pistola d’ordinanza. Poco dopo le 9.30 in via Clerici a Bresso sono intervenuti i soccorsi del 118 in seguito a una chiamata di emergenza insieme ai carabinieri del comando provinciale di Milano che hanno effettuato i rilievi.

Si tratta del 33esimo suicidio di appartenenti alle forze dell’ordine dall’inizio del 2023 secondo l’Osservatorio Suicidi in Divisa che dà notizia del decesso, allungando un triste elenco. Solo un mese prima, il 13 agosto, a Pavia un sovrintendente impiegata alla sezione polizia postale di 56 anni, si era tolta la vita nella stessa tragica maniera. L’11 agosto, un luogotenente della guardia costiera si è invece impiccato in mare.

Secondo quanto emerso sembra che il 42enne non avesse lasciato trapelare nulla sul malessere e su eventuali problematiche che lo avrebbero indotto a compiere il gesto. In tantissimi in queste ore si sono stretti al dolore e al cordoglio della famiglia.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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