AFRAGOLA – L’elefante ha partorito il topolino. Questa è la fotografia di ogni azione che deve intraprendere l’Amministrazione Pannone a trazione Nespoli-Castiello. Avevo già denunciato, attraverso queste pagine – quelle ufficiali che caratterizzano il mio impegno civico e lavorativo sul territorio – i ritardi della dirigenza dell’Azienda speciale delle Politiche sociali ex Ambito n.19 nel nominare il nuovo Direttore Generale che doveva sostituire la dimissionaria Dott.ssa Carla Picardi (leggi qui).
Ovviamente come già riportato nell’editoriale dell’8 luglio scorso, la Dott.ssa Picardi ha già adempito a tutti i compiti stabiliti da chi in realtà eterodirige quest’ex ambito. A cosa dovrà servire il nuovo dirigente? Semplicemente a vigilare l’andamento dei lavori che come sempre sono stati sotto la lente di ingrandimento della Dott.ssa Alessandro Iroso – ex dirigente della stessa azienda e dell’Ambito riconosciuta dalla DDA come il braccio operativo dell’ex Senatore Enzo Nespoli, così come riportato anche all’interno dell’opera letteraria del sottoscritto “Criminalfare le politiche sociali delle mafie” (acquistabile qui) – e continuano ad essere sotto il suo occhio vigile.
Il nome uscito fuori dal cilindro è quello di Umberto Setola, plenipotenziario e uomo di fiducia della stessa Iroso. Una categoria “C” investita, seppur in maniera temporanea, di pieni poteri dirigenziali, gli stessi poteri che toccherebbero ad una categoria “D” – per intenderci un soggetto in possesso di una laurea magistrale come minimo requisito richiesto – poteri che lasciano presuppore una regia occulta, in realtà ben nota.
Una realtà che denota un monopolio delle Politiche Sociali che neanche un’indagine come quella della DDA da dove sono dipese poi numerose interdittive antimafia a cooperative che fino a poco tempo fa espletavano i loro servizi sul territorio, è stata in grado di debellare.
Le Politiche Sociali all’interno dell’ex Ambito n.19 sono ancora cosa di Nespoli con il benestare del Presidente del CdA, Sindaco di Crispano, Michele Emiliano. Chissà cosa tiene unito insieme il giocattolo! Ai posteri l’ardua sentenza.