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Mega assembramenti sul noto lido a Posillipo, scatta il blitz di carabinieri e guardia costiera

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Il litorale di Posillipo, precisamente nella zona adiacente al palazzo Donn’Anna, è stato teatro, nella giornata di ieri, di controlli eseguiti congiuntamente dai carabinieri del comando provinciale e dalla Capitaneria di Porto. Oggetto delle verifiche, un noto lido della zona, tra i più frequentati e gettonati che pur di accontentare tutti i bagnanti tra lettini, ombrelloni, servizi bar e annessi, ha fatto sì che in poco più di trecento metri quadri fossero stipate quasi duecento persone. “Come sardine”, insomma.

I controlli, partiti verso le 10 di ieri mattina, hanno avuto come primo obiettivo la verifica degli ambienti (rispetto delle norme igienico-sanitarie) e l’identificazione del personale per accertarsi che non ci fossero lavoratori assunti a nero, e fin qui nulla di anomalo. I problemi sono iniziati con la verifica del rispetto delle normative legate alle concessioni demaniali: al termine dei controlli, infatti, è scattata la denuncia al titolare del lido al quale viene contestata l’occupazione abusiva di suolo del demanio marittimo: la contestazione si riferisce ad una parte di spiaggia che era stata occupata da una ventina di kayak offerti a noleggio ai clienti dello stabilimento.

Le canoe vengono immediatamente rimosse e trasferite in un deposito. Alla fine degli accertamenti scattano anche due sanzioni amministrative, la prima per uso difforme della concessione demaniale marittima, la seconda per mancanza del titolo sull’esercizio del demanio stesso.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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