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CAIVANO. Torre dell’orologio. L’ex Sindaco Falco insinua l’incapacità del Commissario Tomao e spera di dare la colpa ai dimissionari

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CAIVANO – Appena trascorsi tre mesi dall’insediamento dell’ex Sindaco Enzo Falco il sottoscritto per la prima volta scrisse che il suo modus operandi era rivolto alla presa per i fondelli dei cittadini che egli stesso aveva giurato di amministrare. A distanza di tre anni e a diciassette giorni dallo scioglimento del Consiglio Comunale posso dire: “ve l’avevo detto”.

La conferma del suo pensiero, quello di ritenersi il più furbo mentre gli altri dormono, ce la sottopone giorno dopo giorno attraverso i suoi post patetici, accusando di ogni minima cosa, i tredici firmatari delle dimissioni che lo hanno visto decadere dalla carica di primo cittadino.

Al netto della diatriba Enzo Falco-Francesco Giuliano sull’erba alta al cimitero dove anche qui l’ex fascia tricolore, pur commentando di aver programmato tutto per tempo, accusa i tredici dalla penna lesta del disservizio. Come se dopo la sua programmazione il Commissario Prefettizio si fosse divertito ad annullare tutto quanto programmato dalla scorsa Amministrazione, così per fargli un dispetto. Qualsiasi cosa accada per il primo cittadino è colpa dei “nemici della città” come ama definirli.

Ultimo e non per ultimo, per giustificare il suo e quello di Mimmo Semplice continuo andirivieni dal Comune e dalla stanza del Commissario – troppo paziente quest’ultimo a continuare a ricevere gente che non ricopre più nessun ruolo in città – ha tirato in ballo, sempre a mezzo social, la questione della riqualificazione della torre dell’orologio in piazza Cesare Battisti, tenendo a precisare che la sua Amministrazione dopo tre anni, una sola cosa è stata in grado di fare e quella proprio non vuole perdere, demandando indirettamente la colpa di un’eventuale perdita di fondi PNRR per decadenza dei termini perentori al Commissario Prefettizio Gianfranco Tomao.

Infatti nel suo post il Sindaco Enzo Falco pateticamente scrive: “Sono stato dal Commissario prefettizio, il Prefetto Gianfranco Tomao, per sollecitargli l’approvazione del progetto sulla Torre dell’orologio e quello sul canile comunale. Come sempre gentilissimo e attento, spero riesca a farlo nei tempi giusti, strettissimi quelli del Pnrr. Se, malauguratamente, dovessimo perdere i finanziamenti, sapremmo chi ringraziare”.

Che peccasse di Comunicazione lo abbiamo sempre saputo come quando asserì che i caivanesi avessero il baccalà nel DNA, lasciando intendere che la cittadinanza caivanese fosse un branco di baccalà – inteso come bonaccioni, creduloni – ma qui non crediamo che in queste sue affermazioni non ci fosse la malafede che lasciasse intendere l’eventualità che il Commissario Prefettizio, secondo la sua opinione, non sapesse portare a termine il progetto di riqualificazione della Torre dell’orologio, assicurando contestualmente a chi legge che laddove ci fosse stato ancora lui al comando il tutto sarebbe stato fatto, perché si era più bravi di chi adesso siede sul suo scranno e di conseguenza, ancora una volta, la colpa sarebbe da attribuire a chi ha fatto sì che il genio dei fondi PNRR non sedesse più al suo posto.

Purtroppo per lui, a queste latitudini, nessuno più ha l’anello al naso o si è così baccalà da credere alle sue chiacchiere. Che si rassegnasse ad essere un ex Sindaco e guardasse la realtà dei fatti. Caivano è una città invivibile peggio di come l’ha trovata. Questa è l’amara e triste verità.

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