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Escono in addestramento e non tornano in caserma lutto nella GDF e nel Corpo Nazionale Soccorso Alpino

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Tragedia e lutto nella Guardia di Finanza e nel Corpo Nazionale Soccorso Alpino, due giovani finanzieri sono morti mentre erano impegnati in attività di addestramento Alpino dopo essere precipitati nel vuoto durante una arrampicata nel cuore delle Alpi Giulie Occidentali, sul Monte Mangart, al confine tra Italia e Slovenia. Le due vittime sono Giulio Alberto Pacchione, 28enne originario della provincia di Teramo, e Lorenzo Paroni, 30enne originario di Montereale Valcellina, in Provincia di Pordenone.

Entrambi i finanzieri, in servizio a Tarvisio, mercoledì mattina erano usciti dalla caserma e stavano risalendo in cordata la via Piussi, una via importante e di difficoltà di sesto grado, quando è avvenuta la tragedia. L’allarme è scattato solo nella serata del 16 agosto quando, al momento del ritorno programmato, in caserma si sono accorti che non erano rientrati. Le ricerche son scattate intorno a mezzanotte quando i colleghi hanno raggiunto il Rifugio Zacchi, dove era stato parcheggiato il loro mezzo, e hanno avviato le ricerche.
L’allarme in caserma e la scoperta dei corpi dei due finanzieri

L’allarme è scattato tardi in quanto era nota la difficoltà della via ed erano altrettanto note le altissime capacità dei due alpinisti. I successivi soccorsi purtroppo si sono conclusi con la tragica scoperta dei corpi senza vita dei due militari. La terribile scena a piedi alla base della parete. Come spiegano dal soccorso alpino, di cui i due facevano parte, le dinamiche dell’incidente sono al vaglio degli inquirenti ma da una prima ricostruzione si sarebbe trattato di una tragica fatalità: un probabile crollo o distacco dall’alto che ha trascinato entrambi giù in una caduta di diverse decine di metri.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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