In occasione della chiusura della messa al Parque Tejo alla fine della GMG di Lisbona, Papa Francesco ha annunciato che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Seoul, in Corea del Sud, nel 2027.
Tuttavia, i giovani cattolici di tutto il mondo sono stati invitati dal Pontefice prima a Roma, dove nel 2025 si celebrerà il Giubileo dei giovani. Inoltre Francesco, nei ringraziamenti, ha citato anche il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, che in questi giorni è stato presente a tutti gli eventi con lui, oltre ad un “obrigado” anche al cardinale patriarca di Lisbona Manuel Clemente, che ha ospitato l’evento.
In particolare, il Papa parla ai giovani della luce che serve nella vita:
“Amici, anche noi abbiamo bisogno di qualche lampo di luce che sia speranza, tante sconfitte quotidiane. La luce che è venuta a illuminare il mondo è Gesù. È Lui la luce che non tramonta mai e brilla anche nella notte”.
Poi, ha proseguito: “Vorrei dirvi una cosa: non diventiamo luminosi quando ci mettiamo sotto i riflettori, quando esibiamo un’immagine perfetta e ci sentiamo forti e vincenti. Diventiamo luminosi quando, accogliendo Gesù, impariamo ad amare come Lui”.
In seguito, il Pontefice ha invitato i giovani a non avere paura delle loro fragilità, del loro senso di inadeguatezza, perché “il mondo ha bisogno di voi. A voi giovani, che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi giovani, che a volte pensate di non farcela, di non essere capaci, c’è un po’ di pessimismo, a voi giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo, e va bene che volete cambiare il mondo, e lottate per la giustizia e per la pace; a voi giovani, che ci mettete impegno e fantasia ma vi sembra che non bastino; a voi giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi giovani, Gesù dice: ‘Non temete!'”.
Poi, conclude: “Tornando a casa continuate, per favore, a pregare per la pace. Voi siete un segno di pace per il mondo, una testimonianza di come le nazionalità, le lingue e le storie possono unire anziché dividere. Siete la speranza di un mondo diverso”.