CAIVANO – Adesso parlano tutti! Nell’ultima provincia a nord di Napoli va in scena il Festival dell’ipocrisia, il teatro della menzogna e il convegno di chi si reclamizza meglio.
Subito dopo il mio editoriale (leggi qui) i primi a fare capolino dopo le baggianate rancorose pubblicate dall’ex primo cittadino sono quelli di “Caivano Conta” che con un Comunicato moderatissimo, soft, per la serie: in vista delle prossime elezioni non vogliamo inimicarci nessuno, neanche chi abbiamo criticato, ci tengono a precisare che chi ha fatto cadere l’Amministrazione è stata parte della maggioranza e non è stata assolutamente colpa loro. Un Comunicato stampa che sa già di campagna elettorale dove si denota che quelli di Caivano Conta sono i più belli e bravi e tutti gli altri sono sporchi e cattivi. Stesso copione della scorsa campagna elettorale, segno che dalla sconfitta del 2020 questo gruppo, sebbene presenta i migliori presupposti, non ha imparato nulla.
Chi rasenta il ridicolo invece sono quelli di Forza Italia che dopo aver precisato che la colpa della sfiducia al Sindaco, anche qui, è tutta da ascrivere ad una parte della maggioranza – come se sfiduciare un Sindaco incapace fosse una cosa di cui vergognarsi – tengono a mettere in chiaro e in maniera del tutto trasparente le mosse disperate dell’ex Sindaco che pur di conservarsi la poltrona ha tentato, invano, di aprire una trattativa perfino col partito azzurro. Ovviamente, all’indomani della caduta, gli azzurri tengono a marcare la loro assoluta coerenza nel non aver accettato l’offerta proposta dalla fascia tricolore. Ma siamo sicuri che se l’offerta fosse stata ritenuta congrua, i consiglieri forzisti non avrebbero accettato? D’altronde la tenuta dell’ex Sindaco Enzo Falco dopo il primo tentativo di ammutinamento è da ascrivere proprio a loro e al fatto che un numero indefinito di chopper avessero intimato ad un consigliere in particolare di non presentarsi dal notaio. Ma ovviamente, gli elettori hanno la memoria corta e allora tanto vale rinfrescargli la memoria.
O forse i consiglieri azzurri hanno dimenticato quanto la loro coerenza fu barattata dagli interessi personali nel lontano 2017 quando dopo 27 mesi furono loro a sfiduciare il proprio sindaco espressione del loro stesso partito? Per questo al gioco delle parti nessuno ci crede più e allora tanto vale fare gli “uomini” e dire alla popolazione che oggi è solo un caso che a cadere siano stati i principi e i valori di altri e non i loro a differenza di cosa successe anni addietro.
Dal lato della maggioranza poi, non sanno più a cosa appendersi, pur di vendere alla cittadinanza oro per ottone. Il PD cittadino nel suo manifesto elenca tutta una serie di finanziamenti e progetti atti alla ricostruzione dell’intera città e allora mi domando: come mai tutte queste cose non sono mai state annunciate dalla fascia tricolore attraverso i suoi roboanti post sui social? Come mai scopriamo solo ora che se a Caivano non arriverà l’ospedale, il canile comuale, l’illuminazione a led, l’ex isola ecologica in via Necropoli e il campetto di via Scotta trasformati ad aree verde attrezzato, la Cittadella dello sport a via S.Arcangelo e l’Ernesto Faraone trasformato in villa comunale sarà solo colpa del Commissario prefettizio? Ma veramente il PD e i suoi membri, gli stessi che hanno messo su quel carrozzone clientelare che assicurava la vittoria nel 2020 ma non la governabilità della città, credono che i caivanesi abbiano l’anello al naso? Non mi va di ripetere il vero bilancio di Caivano ma d’altronde in che condizioni versa la città è sotto gli occhi di tutti. Le chiacchiere? Le porta via il vento!