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Guerra in Ucraina, Kiev attacca con droni marini il porto di Novorossiysk

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Il Ministero della Difesa russo ha affermato di aver respinto due attacchi con droni ucraini, uno in Crimea e l’altro contro la base navale nel porto russo di Novorossiysk. “Abbiamo distrutto dieci droni ucraini che hanno attaccato la Crimea – ha dichiarato Mosca, secondo l’agenzia Tass -. Stanotte è stato sventato un tentativo da parte del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico da parte di droni aerei su obiettivi sul territorio della penisola di Crimea. Dieci sono stati distrutti dalla difesa aerea in servizio. Altri tre droni nemici sono stati soppressi per mezzo della guerra elettronica”, ha affermato il ministero, precisando che l’attacco non ha causato né vittime né danni.

Navi russe inoltre hanno respinto un attacco di droni marini ucraini al porto di Novorossiysk, ha spiegato sempre il ministero. “Stasera, le forze armate dell’Ucraina, utilizzando due droni marini, hanno tentato di attaccare la base navale di Novorossiysk. Nel respingere l’attacco, le barche senza equipaggio sono state rilevate visivamente e distrutte dal fuoco delle armi standard delle navi russe a guardia del raid esterno della base navale”. “Non ci sono vittime o danni”, ha fatto sapere il governatore del territorio di Krasnodar, sempre secondo l’agenzia di stampa Tass. Kiev, al contrario, afferma aver messo fuori uso una nave russa, la Olenegorsky Gornyak, che avrebbe riportato uno squarcio nello scafo e sarebbe ora inservibile.

Nella guerra tra Russia e Ucraina, dunque, i droni hanno un ruolo sempre più rilevante grazie al loro basso costo, alla relativa precisione e alla facilità di utilizzo. Dall’inizio del conflitto, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mosca ha già lanciato “almeno 1.961 shahed (droni di fabbricazione iraniana ndr) contro l’Ucraina, e un numero significativo di essi è stato abbattuto”, ma “purtroppo non tutti”. Kiev, ha aggiunto Zelensky nel suo quotidiano aggiornamento Telegram – sta lavorando “per abbatterne di più”, il maggior numero possibile, ma anche “per avere più sistemi di difesa aerea”. Il compito di assicurare questi strumenti a Kiev “spetta a ciascuno dei nostri ambasciatori, a tutti i rappresentanti dell’Ucraina”.

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