Il Senato ha approvato il provvedimento recante “misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica, di rafforzamento del ministero del lavoro e delle politiche sociali, nonché di termini di versamento del contributo di solidarietà temporaneo”, comunemente noto come decreto Caldo. Nel testo sono descritte le misure per tutelare i lavoratori dal caldo estremo, ad esempio prevedendo il ricorso alla cassa integrazione per motivi climatici. I voti favorevoli sono stati 86, quelli contrati 47 a cui aggiungere 4 astenuti; si passa ora alla Camera.
“Il governo si impegna con parti sociali e datoriali, ad affrontare la stesura delle linee guida per future situazioni di emergenza. Abbiamo dato una risposta urgente ad un problema urgente”, ha commentando il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo, attaccando i governi precedenti per non aver mai messo in piedi interventi strutturali contro situazioni di questo tipo. “Dobbiamo stare tutti dalla parte dell’Italia perché se si vuole redistribuire ricchezza bisogna prima produrla, ed è per questo che va respinta la contrapposizione tra capitale e lavoro. Ci stiamo occupando del problema del caldo sui lavoratori e continueremo ad occuparcene ma dobbiamo evitare che a rimetterci siano le imprese, medie e grandi, che rappresentano l’ossatura economica della nostra Nazione”, ha aggiunto il suo collega di partito, Michele Barcaiuolo.
Critiche invece le opposizioni. “Per le mancanze di questo decreto il Pd vota contro, e non perché non ci sfugga che c’è una risposta seppur minima ai problemi del caldo. Ma è costruita sulla cassa integrazione ordinaria, la destra non ha messo un soldo per proteggere quei lavoratori non subordinati che non hanno accesso alla cassa. Eppure proprio in quei giorni di grande calura in molti avranno ordinato la pizza o la spesa a casa, non pensando che quei lavoratori con la bicicletta, i rider, rischiavano la vita sull’asfalto che si scioglieva”, ha sottolineato la senatrice del Partito democratico, Susanna Camusso.
Anche i senatori dell’Alleanza Verdi e Sinistra hanno votato contro. Tino Magni, che è presidente della commissione di indagine sulle condizioni di lavoro in Italia a Palazzo Madama, ha detto: “In Italia si muore di caldo e di lavoro precario. Gli eventi atmosferici che sempre più stanno interessando l’Italia dimostrano quanto gli eventi atmosferici possano incidere anche sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Il cambiamento climatico si sta imponendo come un nuovo fattore da considerare nella valutazione dei rischi sul lavoro. Il decreto, seppur lodevole nelle intenzioni, non appare affatto risolutivo”. Magni ha criticato la maggioranza per non aver prestato ascolto ad alcuna delle proposte provenienti dalle opposizioni e di essere rimasta su una linea di provvedimento parziale, che “esclude molte categorie di lavoratori e molte tipologie contrattuali”. Infine, il senatore ha concluso definendo il decreto una “foglia di fico” e sottolineando come sia stato particolarmente grave aver escluso i lavoratori agricoli privi di contratto a tempo indeterminato e altre categorie particolarmente a rischio come i rider.