Slitta ancora l’approvazione in Consiglio regionale del Puad, Piano di utilizzo delle aree demaniali. Varato dalla giunta regionale nel dicembre dell’anno scorso, verrà adesso ridiscusso a settembre, ufficialmente per “condividerlo con le associazioni di categoria”. Il provvedimento fissa al 30% la percentuale minima di spiagge libere. Poco, pochissimo per – tra gli altri – Mare Libero e Legambiente, oltre che per diversi giuristi. Secondo una stima di Legambiente contenuta nel Rapporto spiagge presentato recentemente, in Campania il 68,1% delle coste è dato in concessione. Si tratta di una tra le percentuali più alte del Paese, che però nei limiti del Puad non viene limitata ma anzi ritoccata al rialzo.
Varato dalla giunta regionale il 20 dicembre del 2022, è stato approvato, dopo lungo dibattito e dopo aver ascoltato associazioni di categoria e comitati, lo scorso 31 luglio dalla commissione competente del Consiglio regionale. Doveva essere discusso e approvato ieri dall’assemblea, ma qualcosa è andato storto. Il presidente Gennaro Oliviero ha spiegato che l’assessore all’Urbanistica Discepolo gli aveva comunicato della necessità di condividere il tutto “con le associazioni di categoria”. E quindi via di nuovo in commissione, se ne riparlerà a settembre. Dai banchi dell’opposizione l’interpretazione è che la norma così com’è non convinca tutti in maggioranza, e che stia slittando perché allo stato attuale rischia di non passare.