Oltre 21mila famiglie napoletane hanno ricevuto un sms lapidario: “La sua pratica per il reddito di cittadinanza è sospesa”. E’ il primo taglio del Governo Meloni alla misura voluta dall’esecutivo di Conte che in Italia colpisce 160mila nuclei, 37mila in Campania, seconda regione dopo la Sicilia. Una bomba sociale che esplode in piena estate, come dimostra la protesta di stamattina, 31 luglio, davanti alla direzione provinciale dell’Inps, in via De Gasperi. Cinquanta persone circa, guidate da Potere al Popolo e Usb hanno assediato l’ingresso degli uffici, mentre una delegazione è stata ricevuta dal direttore.
“Io percepivo 700 euro – afferma un percettore – Solo per il fitto spendo 300 al mese. Dall’ufficio per l’impiego sempre la stessa frase: ‘Le faremo sapere’. Ma nessuno mi ha mai chiamato per un lavoro. E adesso, con un sms mi dicono che non mi daranno più il reddito?”. Quello della mancata chiamata per lavorare è uno degli elementi comuni a tutte le storie. La rabbia è tanta: “Io finirò in mezzo a una strada – racconta un altro – ho fatto l’autista per 27 anni e poi sono stato licenziato. Adesso ho 58 anni, non so cosa potrò fare”.
Dubbi anche sulla nuova misura del Governo, quella che prevede l’erogazione di 350 euro del supporto formazione e lavoro. Il perché lo spiega Giuliano Granato (Potere al Popolo-Unione popolare): “Al momento nessuno sa quando queste persone potranno ricevere questi soldi. L’erogazione è legata all’iscrizione a un corso di formazione e all’attivazione del corso stesso. Poiché a Napoli manca ancora la piattaforma, vuol dire che potranno passare mesi e queste persone non possono vivere di aria per mesi”.