Strappato dalle braccia della madre per essere consegnato ad una donna sconosciuta, al fine di consentire a quest’ultima di salire più rapidamente sulla barca che, poco dopo, è partita, lasciando sulla terraferma i genitori del piccolo. Vano il tentativo di madre e padre di raggiungere a nuoto l’imbarcazione con a bordo il loro bambino. E’ trascorso circa un mese, dallo sbarco che ha visto il piccolo Mohamed, di appena 2 anni, approdare a Salerno senza la sua famiglia. La madre e il padre hanno rintracciato il loro bimbo affidato intanto ai Servizi Sociali del Comune di Salerno, grazie all’impegno della mediatrice Loredana Paglionico, in contatto telefonico costante con entrambi. Il padre è in un centro di accoglienza in provincia di Brescia e la madre, attualmente incinta, in un centro di Perugia.
Potrebbe essere tutto già risolto grazie al lavoro delle Politiche Sociali del Comune di Salerno che hanno raccolto materiale fotografico e video dei genitori del piccolo che freme per riabbracciare la sua mamma. Ma tutto è fermo, in attesa della decisione della Procura per i Minori di Napoli che, in assenza di certificati ufficiali, non ha ancora riconosciuto l’appartenenza del piccolo alla famiglia che “lo rivendica”, in quanto, essendo nato in Tunisia (nel corso del viaggio della speranza intrapreso anni fa dai suoi genitori), Mohamed non risulta in possesso di documenti di identità attendibili. Da qui, i dubbi sollevati dalla Procura sull’identità del papà e della mamma del bimbo.
Qualora si ipotizzasse il test del Dna per il riconoscimento, tuttavia, trascorrerebbe altro tempo prima dell’urgente ricongiugimento familiare, con tutte le conseguenti ricadute negative per il bambino stesso che, da troppo tempo, non vede la sua mamma. L’auspicio, dunque, è che la testimonianza dei genitori e il materiale fotografico messo da loro a disposizione possano essere reputati prove sufficienti affinchè Mohamed ritorni serenamente con la sua famiglia.