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GDF Napoli. Indebiti percettori di reddito di cittadinanza. Sequestrati oltre 207.000 euro a 23 responsabili

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Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 23 soggetti, indebitamente percettori di Reddito di Cittadinanza. In particolare, i finanzieri della Compagnia di Casalnuovo di Napoli, a seguito di mirate attività investigative eseguite confrontando le informazioni pervenute dalla Casa Circondariale di Secondigliano con le risultanze delle banche dati INPS, hanno riscontrato che 23 soggetti, tra detenuti e componenti del proprio nucleo familiare in stato detentivo, beneficiavano del contributo, omettendo di dichiarare tale condizione cautelare.I finanzieri hanno così ricostruito l’indebita percezione del beneficio per oltre 207.000 euro.

Le somme sono state sottoposte a sequestro finalizzato alla confisca. L’azione della Guardia di Finanza, nell’ambito delle attribuzioni conferite al Corpo in materia di tutela della spesa pubblica nazionale, è, come noto, finalizzata a garantire il corretto impiego delle risorse e l’accesso ad agevolazioni e sussidi a favore di coloro che ne siano gli effettivi aventi diritto.
Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti degli indagati, da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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