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Ritrovata a Napoli, Brenda era scomparsa: “Mi sono cacciata in guai più grandi di me”

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Ha fornito il suo racconto Brenda Cuomo, la ragazza di 23 anni scomparsa da Pellezzano e ritrovata a Napoli, spiegando i motivi che l’hanno spinta ad allontanarsi volontariamente da casa, descrivendo le emozioni provate nel momento in cui ha riabbracciato la sua mamma.“E’ successo che mi sono cacciata in casini più grandi di me, non rendendomene conto. Non ho chiesto aiuto al momento giusto e nn ho avuto pareri, consigli che mi sarebbero serviti” – ha detto la ragazza in un messaggio audio diffuso dal TgR Campania. Una storia che ha tenuto in apprensione l’intera comunità ma si è conclusa con un lieto fine, con l’abbraccio tra madre e figlia: “L’abbraccio con mia mamma è stato un momento unico. Mi sono sentita di nuovo salva in quel momento. Ne avevo bisogno di questo”.

La ragazza, che lavorava in un negozio della zona est di Salerno, lo scorso venerdì aveva comunicato alla mamma che sarebbe rimasta a casa, essendo stanca. La donna, però, al suo rientro non aveva ritrovato la figlia e, non riuscendosi a mettere in contatto con lei nemmeno nelle ore successive, avrebbe fatto scattare l’allarme. L’auto di Brenda è stata identificata, poco dopo, a Napoli, in via Salvator Rosa. Nel primo pomeriggio di ieri la ragazza è stata ritrovata da Polizia e Carabinieri di Napoli in collaborazione con quelli di Salerno e di Mercato San Severino.

La 23enne si trovava nei pressi di piazza Garibaldi, in stato confusionale e poco lucida, al punto da rendere necessario il trasferimento presso la più vicina struttura ospedaliera per effettuare alcuni accertamenti. Al momento l’unica pista accreditata sulla scomparsa pare sia quella dell’allontanamento volontario: non vi sarebbero alcun segno di violenza né alcun reato da contestare. Secondo amici e conoscenti la ragazza negli ultimi periodi si mostrava spesso preoccupata e triste. Alla base della scomparsa vi sarebbero, dunque, motivazioni strettamente di tipo personale.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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