Blitz a Palermo, nel corso del quale sono stati associati agli arresti domiciliari sei persone, tra cui anche lo chef Mario Di Ferro, il ‘pusher dei vip’.
Stando ad una prima ricostruzione, sarebbero una trentina le cessioni di sostanza stupefacente avvenute tra Di Ferro e l’esponente forzista Gianfranco Micciché. Al momento, quest’ultimo non risulta indagato. Invece, sono oltre 68 i contatti registrati tra lo stesso Di Ferro e Micciché, nel periodo compreso tra il novembre 2022 e il gennaio 2023.
In particolare, Micciché si sarebbe recato diverse volte da Di Ferro per ritirare quanto richiesto, sia presso l’abitazione dello chef sia presso Villa Zito, a bordo di una Audi scura con lampeggiante e autista. Intanto, egli ha così precisato:
“Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso”.
Tuttavia “l’attività consentiva di disvelare come il predetto, gestore di Villa Zito a Palermo, fosse altresì il protagonista di una frenetica attività di vendita di cocaina in favore di una selezionata clientela, e avesse avviato in quel luogo un centralissimo ed esclusivo punto di spaccio di droga”.
Poi, il Gip ha spiegato: “Per l’ordinazione di stupefacenti e l’indicazione del numero di dosi è stato spesso utilizzato un banale linguaggio in codice, mediante il riferimento al numero di ‘giorni’ in cui l’assuntore Miccichè si sarebbe dovuto recare fuori sede”.