“Il Partito Democratico nel consiglio comunale di Napoli, di cui ho l’onore di essere capogruppo, ha le idee chiarissime e da tempo sulla sciagurata autonomia differenziata voluta dal Governo Meloni-Salvini. Il 13 febbraio scorso, prima che lo facessero molti altri enti locali,
i rappresentanti dei cittadini napoletani non ebbe esitazioni nell’esprimere una posizione ferma e nettamente contraria del Comune al ddl Calderoli. Sono contento che il sindaco Manfredi abbia ricordato quel momento, un’occasione che non a caso fa di Napoli il luogo naturale per la prima grande mobilitazione del nuovo Pd, i prossimi 14 e 15 luglio”. Così il consigliere Gennaro Acampora, capogruppo Pd al Consiglio Comunale di Napoli e membro della Commissione Bilancio, sul tema dell’autonomia differenziata.
“Se c’è un tratto distintivo di questa amministrazione è la sua capacità di dialogare, fare sintesi, costruire ponti e non polemiche quotidiane – ricorda Acampora – la nostra città è una capitale del Sud e del Mediterraneo con tradizione ma anche una visione, a disposizione di chiunque voglia investirvi sul serio, Governo centrale in primis. Ma fino ad oggi, in otto mesi, l’unica risposta è stata sempre e solo l’autonomia differenziata, che ogni istituzione tecnica sta bocciando”.
“Non si sa nulla di come stia lavorando questa fantomatica cabina di regia, che ha la responsabilità di definire i livelli essenziali delle prestazioni – puntualizza Acampora – Nessuna retromarcia su un coinvolgimento ufficiale del Parlamento per approvare questi Lep una
volta definiti. Nel caso servirebbe anche un fondo per dare a tutti le stesse condizioni di partenza, con investimenti per il Sud di decine di miliardi, ma nella riforma si legge che non ci siano maggiori oneri per le finanze pubbliche. Per questo – conclude Acampora – lavoreremo
con il partito per fare del 14 e 15 luglio giornate di mobilitazione senza precedenti. In questo senso siamo aperti come sempre a lavorare con tutte le forze politiche, civiche e associative del Mezzogiorno che non vogliono essere prese in giro, per impedire che l’Italia si spacchi ancora di più su sanità, istruzione, ambiente e infrastrutture”.