Siamo in Inghilterra, dove il Think Tank Autonomy intende portare avanti un test, per dimostrare gli effetti dell’introduzione di un reddito di base universale nella lotta alla povertà.
In particolare, per due anni, trenta cittadini riceveranno 1850 euro al mese senza dover lavorare. Tuttavia, per il Regno Unito non è una novità assoluta: infatti, già in Galles è stato attuato un finanziamento statale, nel quale circa 500 giovani a forte rischio di esclusione sociale, stanno ricevendo dallo scorso luglio un assegno dello stesso valore.
Inoltre, il progetto gallese non intende fermarsi ai care leaver: infatti, una volta valutati i risultati, il governo potrebbe estendere il Reddito di Cittadinanza ad altri soggetti deboli della società. Ecco le parole del ministro della Giustizia sociale Jane Hutt:
“Siamo nel bel mezzo di una crisi del costo della vita come nessun’altra, e abbiamo quindi bisogno di nuovi modi per sostenere le persone più bisognose. Valuteremo attentamente le lezioni apprese dal progetto pilota. Esamineremo se il reddito di base è un modo efficiente per sostenere i più vulnerabili della società, e se va a vantaggio non solo dell’individuo, ma anche della società in generale”.
Pertanto, il progetto inglese verte sulle stesse modalità, anche se a differenza di quello gallese non si rivolge ai soli giovani usciti dalle comunità per minori: i 30 partecipanti saranno scelti a caso tra chi presenterà domanda, e riceveranno un assegno mensile senza alcuna condizione, se non rispondere alle domande dei ricercatori durante il periodo di test.
A tal proposito, il direttore della ricerca presso Autonomy, Will Stronge, ha così dichiarato:
“La nostra società richiederà una qualche forma di reddito di base nei prossimi anni, tra cambiamento climatico, salto tecnologico, e transizione industriale. L’assegno da 1.850 euro al mese è senza dubbio una cifra considerevole. Il reddito di base universale di solito copre i bisogni fondamentali delle persone, ma vogliamo vedere quale effetto ha questa somma forfettaria incondizionata sulla salute mentale e fisica delle persone, indipendentemente dal fatto che scelgano di lavorare o meno”.
Poi, aggiunge: “Tutte le prove fin qui verificate, dimostrano che misure di questo tipo alleviano direttamente la povertà e aumentano il benessere di milioni di persone: i potenziali benefici sono semplicemente troppo grandi per essere ignorati”.