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Giulia Tramontano con lei muore anche il piccolo Thiago ancora nel grembo della madre

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Tra due mesi avrebbe visto la luce. Il piccolo che Giulia Tramontano portava in grembo si sarebbe chiamato Thiago. Mancava poco per quella nuova vita che la 29enne di Sant’Antimo avrebbe messo al mondo. In casa Tramontano non si parlava d’altro: mamma e figlia discutevano di vestitini e corredini da comprare, carrozzine, stanzette blu da allestire. Era l’attesa più bella: il primo nipotino per Loredana e Franco – lei docente, lui commerciante – che non vedevano l’ora di allargare la famiglia col piccolo Thiago.

La mamma di Giulia, in queste ore, era andata in un famoso negozio di abbigliamento per bambini, proprio a Sant’Antimo, “La Birba Due”, per fare incetta di vestiti per il bimbo in arrivo. I titolari dell’attività commerciale hanno postato questa mattina un commento sulla loro pagina Facebook: “A pensare che in una delle scorse settimane eri qui da noi per il corredino, quante risate fatte, quanta gioia nel cuore per la nascita del tuo piccolo bambino, quanta gioia nel tuo cuore di diventare mamma, quanta felicità negli occhi di tua mamma nel diventare nonna”. Poco dopo aver ucciso la 29enne, telefona infatti all’amante-collega statunitense. “Se n’è andata, adesso sono libero”. L’uomo le avrebbe addirittura scritto che il figlio che la 29enne, agente immobiliare, aspettava non era suo. Una bugia detta probabilmente per poter convincere la collega a continuare la loro relazione. La donna però, spaventata, avrebbe preferito non incontrarlo.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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