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AFRAGOLA. Carabinieri e GDF al Comune. Acquisiti bilanci dal 2015 e decreti di nomina della giunta

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AFRAGOLA – Giornate intense quelle passate dai dirigenti della macchina amministrativa afragolese. Alcuni giorni fa i responsabili dei settori, più nello specifico quello delle Finanze, hanno ricevuto nei propri uffici i missari della Corte dei Conti.

Carabinieri e Guardia di Finanza hanno preso d’assalto il Municipio. A condurre le operazioni delle fiamme gialle è stato direttamente il viceprocuratore generale della Corte dei Conti Ferruccio Capalbo. Motivo della visita? Accertamento delle colpevolezze sulla dichiarazione di dissesto votata in aula nel giugno del 2022.

Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, il viceprocuratore ha ufficialmente aperto un fascicolo per individuare i responsabili dello stato di dissesto del Comune di Afragola a partire dagli attori che hanno votato i bilanci previsionali e consuntivi dal 2015 fino all’ultimo bilancio stabilmente riequilibrato dell’esercizio 2022 che, è giusto ricordarlo, è stato rimandato al mittente dal Ministero degli Interni già due volte.

Ma prima abbiamo scritto che a far visita nella casa comunale sono stati Carabinieri e Guardia di Finanza, si perché gli uffici comunali sono stati raggiunti contestualmente da due indagini, la prima è quella appena descritta e la seconda parrebbe sia propedeutica alla denuncia sporta dal Consigliere Antonio Iazzetta nei confronti dell’Assessore Ernesto Salzano per l’aggressione ricevuta, la quale ha aperto uno scenario più ampio nelle stanze della Procura che hanno spinto la stessa a chiedere alla Polizia Giudiziaria l’acquisizione di tutte le nomine e le deleghe firmate dal primo cittadino. Nelle maglie delle indagini, pare ci fosse finito anche un altro assessore che non disdegna frequentazioni poco raccomandabili sul territorio. Ma questa è una storia che magari approfondiremo in altri editoriali.

Chi sono, invece, per la legge i responsabili del dissesto finanziario di Afragola? Stando a quanto ci dice il TUEL (Testo Unico degli Enti Locali ndr) la normativa che si occupa di regolamentare le ipotesi di illecito per provocato dissesto ed in linea generale prevede l’irrogazione di sanzioni inibitorie e patrimoniali nei confronti di chi ha contribuito, nell’esercizio delle proprie funzioni, a determinare il dissesto dell’ente territoriale. Nello specifico le disposizioni (Art. 6, comma 1, d.lgs. 149/2011) in esame sanciscono delle conseguenze pregiudizievoli in capo agli amministratori degli Enti locali che la Corte dei conti ha riconosciuto responsabili, anche in primo grado, di danni cagionati con dolo o colpa grave, nei cinque anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario. Le sanzioni consistono nella:

  • Interdizione, della durata di dieci anni, per tutti gli autori degli illeciti
    dalle cariche di: assessore, revisore dei conti di enti locali e di
    rappresentante degli stessi verso altre istituzioni ed organismi pubblici
    e privati.
  • Incandidabilità, della durata di dieci anni, per sindaci e presidenti di
    provincia.

Ma chi sono i potenziali maggiroi responsabili secondo la legge, tenendo conto degli ultimi cinque anni di Amministrazione comunale? Fare i conti è facile, chi ha amministrato la città negli ultimi cinque anni e siede ancora in Consiglio Comunale sono Biagio Castaldo e Giuseppe Affinito che nel 2018 vestivano i panni di assessori e oggi quelli di Consiglieri comunali. Benito Zanfardino 76, Maria Carmina Sepe, Antonio Lanzano, Arcangelo Ausanio, Assunta Di Maso e Francesco Fusco che siedevano nei banchi della maggioranza allora come oggi, poi c’è Antonio Caiazzo nella maggioranza nella passata consiliatura e all’opposizione – neanche tanto spietata o esplicita – in quella attuale. Tra le fila dell’opposizione da sempre troviamo: Gennaro Giustino, Gennaro Davide Castaldo e Lello Botta che hanno sempre votato a sfavore gli ultimi bilanci.

Tra tutti questi nomi potranno essere individuati, insieme al Sindaco Antonio Pannone e agli attuali amministratori ed assessori, i responsabili e quindi gli incandidabili per i prossimi 10 anni alle prossime elezioni amministrative e provinciali.

A tutto questo si aggiunge il fatto che lo scorso 26 Aprile è stato consegnato al Ministero degli Interni – che fece esplicita richiesta di dettagli sul Bilancio stabilmente riequilibrato antecedentemente consegnato – un dossier di 60 pagine contenenti note, prospetti e tabelle inerenti il previsionale dell’esercizio 2022.

A questo punto diventa remota l’ipotesi che il Ministero possa approvare il bilancio, anche perché sembra confusionario l’elenco temporale e modale degli allegati forniti.

Pertanto appare lecito pensare che l’Amministrazione Pannone veramente sia finita in un collo di bottiglia dal quale sembra difficile uscire indenni. I nodi da sciogliere diventano tanti – PUC, bilancio stabilmente riequilibrato e PNRR – praticamente si è arrivati al punto che le indagini della magistratura e della Corte dei Conti dettino l’agenda politica ad Afragola.

Il Sindaco Pannone da qui a poco avrà altre gatte da pelare se si considera che a tutto questo si ha a che fare anche con una giunta esautorata dal tanto non fare niente ed è per questo che forse il dominus ha deciso che entro il 30 Giugno, si vota il PUC e poi tutti a casa per un azzeramento completo dell’esecutivo e lì ne scriveremo delle belle. Restate sintonizzati.

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Afragola

AFRAGOLA. Pannone candidato per il bis. Il destino dell’alternativa nelle mani di Pd e “collaborazionisti” rosso-verdi

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AFRAGOLA – Da molto tempo nessuno si occupa degli scenari politici locali, molto frastagliati, in vista delle prossime Amministrative verificato che Pannone ormai ha superato ampiamente il giro di boa. La destra, senza terremoti esterni magari dovuti ad interventi di Procura e Prefettura, lascerà tutto così com’è: Pannone candidato a sindaco per il bis e coalizione di civiche a stampo leghista più la lista di Fratelli d’Italia costruita da Biagio Castaldo, attuale Presidente del Consiglio comunale.

I problemi nascono quando si volge lo sguardo verso l’alternativa. E come storia racconta, il migliore alleato di Pannone e della Lega ad Afragola, ironia della sorte, resta proprio una parte della sinistra, in particolare parliamo di gruppi del Pd e dai Verdi o ex Verdi, legati alla costola ambientalista di Salvatore Iavarone.

Entriamo nei dettagli. Le liste che hanno maggiore consenso e maggiore radicamento in città sono quelle di centro, in particolare “A viso aperto” di Gennaro Giustino. Il quale da candidato sindaco, metterebbe ancora insieme Azione, la lista dei giovani e la civica “Giustino sindaco”. Quattro liste espressione della sua leadership. E la candidatura di Giustino troverebbe gradimento anche in parte di Forza Italia, quella guidata dal consigliere Botta. I problemi al centro arrivano dai consiglieri Caiazzo e Baia. Con un piede all’opposizione e uno nel campo da gioco di Nespoli e Pannone. Non fanno opposizione in aula e sugli atti qualificanti, vedi il Piano urbanistico comunale, Caiazzo e Baia hanno votato a favore. Una posizione da doppiogiochisti che lascia tutti col fiato sospeso per il futuro. Giocano di rimessa e sceglieranno alla fine la coalizione che sulla carta offrirà maggiori garanzie di vittoria. Lega, centro o campo largo in alleanza con la sinistra, per loro non fa nessuna differenza. Hanno un solo obiettivo: vincere.

Discorso diverso per Italia viva. Mimmo Tuccillo ormai, individuato dai centristi come il principale responsabile dei “collaborazionisti” allo scorso ballottaggio a sostegno di Pannone, è diventato il nemico numero uno dei moderati. Quindi, nel partito di Renzi se dovessero prevalere le ambizioni di Tuccillo, Italia viva dovrà isolarsi a sinistra per poi tornare a sostenere sottobanco Pannone al ballottaggio pur di determinare, ancora una volta, la sconfitta del centro. Se dovesse, invece, prevalere, la linea di Annalisa Salzano, figura vicina all’ex sindaco Tuccillo ma dotata di autonomia e intelligenza politica, Italia Viva potrebbe guadagnarsi un ruolo da protagonista al centro proprio in alleanza con le civiche e la coalizione di Giustino.

A sinistra c’è tanta buona volontà, soprattutto nei giovani del Pd, ma scarsa capacità di incidere sui temi, complice pure l’assenza di un rappresentante democratico dal civico consesso. Il Pd e il Movimento Cinque stelle, da soli, non sono autosufficienti nemmeno per accedere al ballottaggio. Allora hanno di fronte due strade obbligate: schierare il solito candidato di bandiera al primo turno e poi al ballottaggio dichiarare il non voto e lasciare libertà di coscienza favorendo poi nell’urna Pannone e Nespoli. Come avvenuto alle ultime amministrative, almeno per una parte dei democratici. Oppure, riconoscere chi sul campo la leadership se l’è conquistata con battaglie costanti e continue su temi spinosi, assumendosi la responsabilità di metterci la faccia e di caricarsi lo studio di tutti gli atti settore per settore. Portando in aula e in altre istituzioni tutte le zone d’ombra.

Sui grandi temi spinosi e che parlano di presunte illegalità, c’è solo Gennaro Giustino. In larga parte il centrosinistra è assente o nella migliore delle ipotesi va a traino del leader di “A Viso Aperto”. La seconda strada, riguarda il riconoscimento della leadership a Giustino, sostenerlo e vincere le elezioni. Due strade diverse che oggi alimentano e dividono il dibattito nel Pd tra le varie anime. I segnali che arrivano, però, non sono confortanti in vista del campo largo. Pannone e Nespoli fanno, ovviamente, il tifo per la divisione sapendo che al ballottaggio, col centrosinistra fuori gioco, possono, come storia racconta, contare su numerosi collaborazionisti che arrivano proprio da sinistra. Un’anomalia tutta afragolese che trova radici nell’analisi storica del contesto trentennale dominato da una sola medaglia a due volti, quello di Nespoli e quello di Tuccillo.

Poi c’è “Più Europa”, dei consiglieri Iazzetta e De Stefano che si sono chiamati fuori sin da subito dallo sfascio amministrativo della Lega e lavorano alla costruzione di uno schieramento ambizioso alle Amministrative nonostante il gruppo sarà impegnato con un proprio rappresentante candidato alle prossime elezioni Regionali. Un appuntamento che, poi, inciderà anche sulla scelta della coalizione a livello locale.

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AFRAGOLA. Gestione Stadio Moccia. Cifre alte che dovranno garantire la gestione temporanea ai soliti amici dell’Amministrazione

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AFRAGOLA – Anche se intervistando il Prefetto Michele di Bari e domandandogli se ad Afragola si potesse attuare il modello Caivano, egli rispose che non ce n’era bisogno perché le attenzioni dell’Amministrazione ai problemi della città erano quelle giuste, i fatti lo smentiscono categoricamente.

Dopo lo scandalo delle polizze false sull’appalto milionario dell’igiene urbana, le anomalie registrate sull’appalto PNRR per la riqualificazione degli immobili delle Salicelle, l’indagine della Procura piombata su alcune speculazioni edilizie del territorio come quella dell’ex Cinema Splendido, torniamo ad occuparci dello stadio “Luigi Moccia” anch’esso finito sotto la lente di ingrandimento dopo le dichiarazioni del Presidente dell’AC Afragolese Raffaele Mosca quando asserì di dover pagare, sottoforma di sponsor, il fitto per l’uso del campo centrale all’attuale “gestore temporaneo” dello stadio.

Da allora nulla è cambiato. Lo stadio è nei fatti sempre sotto la gestione del Presidente del Consiglio Biagio Castaldo e dei suoi sodali, così come dichiarato anche dal Segretario del PD locale Pasquale Rosario Iazzetta e mentre prorpio i dem si sono battuti affinché sullo stadio venisse fatta chiarezza e venisse attuato il regolare iter burocratico per il bando di indizione pubblica sulla gestione, la montagna partorisce il topolino.

È di pochi giorni fa – il 19 marzo scorso – la delibera di giunta che decide le quote annuali per la gestione dell’intero complesso sportivo “L. Moccia” che comprenderebbe un campo da calcio, palazzetto dello sport, bocciodromo, campo da rugby, n.2 palestre coperte, oltre che un blocco
spogliatoi a servizio esclusivo del campo di calcio, 3 blocchi spogliatoi a servizio del palazzetto e delle 2 palestre, pista di atletica da completare, tribune e aree di parcheggio.

La cifra riportata e firmata dalla giunta è pari a € 127.321,85 oltre iva. Praticamente una cifra blu. Un bando di gara che, se riporterà tale cifra per il noleggio dell’intero complesso sportivo, sicuramente andrà deserto, dato che si è scelti di rendere l’offerta inappetibile.

Ma questo è un modus operandi della gestione reale di questa Amministrazione. È successo anche con i campetti antistanti il rivenditore “Leroy Merlin” e succederà anche col Moccia. Perché alla fine il temporaneo dovrà diventare permanente e gli attuali gestori, dovranno continuare ad egemonizzare sul complesso a spese dei contribuenti, dato che le utenze, in questo caso sono a carico dell’ente normanno.

La conferma della mia tesi sta nel fatto che a distanza di sei giorni dalla firma sulla delibera sopra citata, ossia il 25 marzo scorso, l’Amministrazione Pannone negli uffici comunali di Via Leutrek, firma l’autorizzazione per la gestione temporanea del campo da Rugby all’Associazione “U.S. Rugby Afragola”. Quindi, premesso che non si conoscono le regole di ingaggio di tale concessione ma cosa succede se prossimamente verrà indetta la gara per la gestione dell’intero complesso e si dovesse presentare un operatore economico interessato? Questi poveri cristi dell’US Rugby Afragola dovranno sloggiare e restare di nuovo senza campo? O nel bando di gara verranno pure imposte le cifre di fitto per le associazioni del territorio?

Ovviamente, facendo la parte dell’avvocato del diavolo noi siamo sicuri che il prezzo alto di gestione contemplato nella delibera di cui sopra, funga proprio da deterrente nei confronti di chi vive di gestione di impianti sportivi.

Un’altra anomalia che c’è da registrare e che sarebbe bello se l’Amministrazione Pannone ci rendesse edotti è che nella delibera di giunta del 19 marzo scorso si legge questo piccolo passaggio: “gli spogliatoi del campo da rugby sono inutilizzabili in quanto vandalizzati”. Allora ci si domanda come si fa ad affidare la gestione di un campo senza l’uso degli spogliatoi? E perché i cittadini afragolesi devono sempre accontentarsi del meno peggio? Perché i rugbisti afragolesi dovranno rischiare una patologia polmonare ogni volta che ci si allena? Ai posteri l’ardua sentenza.

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Afragola

AFRAGOLA. Polizze false sui rifiuti, arriva la conferma. Situazione simile anche sul cimitero?

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Afragola. Non c’è tempo per scanddalizzarsi sull’annuncio dell’opposizione in merito alla conferma al Municipio sulle polizze false presentate dall’impresa a garanzia dell’appalto sulla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, che rimbalza un’altra notizia che attende conferma: le prime verifiche sulla procedure legate alla vendita dei terreni nel cimitero potrebbero rivelare la stessa situazione certificata sui rifiuti. Il rischio polizze false anche su questo settore potrebbe concretizzarsi in queste ore. E sarebbe davvero la ciliegina sulla torta per un’amministrazione che continua a passare da uno scandalo all’altro sin dall’inizio di questa esperienza. E nesusno può sapere quanto il “peso” del sottosegretario di Stato, Pina Castiello, anche vicesindaco di Ahragola, riuscirà, come spiegano in maggioranza, a tenere alto lo scudo a tutela di Pannone, scongiurando interventi di Prefettura. Anche perché, dato oggettivo, ad Afragola stanno accadendo cose sicuramente più gravi ed evidenti rispetto a Comuni caduti sotto la scure dell’Antimafia.

C’è tensione al Comune e nelle prossime ore si attende di capire cosa farà l’amministrazione nei confronti dell’impresa che ha presentato polizze false a garanzia dell’appalto sui rifiuti e se lo stesso caso riguarderà anche il cimitero. Per il momento, il sindaco Pannone e Pina Castiello si trincerano dietro un silenzio imbarazzato. Una vera e propria strategia che punta a mettere la polvere sotto al tappeto. L’ordine è secco: evitare di parlare e di alimentare il più possibile polemiche proprio per tenere l’esecutivo e il Municipio lontani dai riflettori e da possibili interessi delle istituzioni sovracomunali. Baqsterà lo “scudo” del governo amico per fermare istituzioni sovraocmunali? Staremo a vedere.

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