-CAIVANO- Chiude la scuola elementare «Ada Negri» nel parco Verde di Caivano, tra quei banchi qualche anno fa si è seduta anche la piccola e Fortuna Loffredo. Al suo posto verrà realizzato un ospedale di comunità con una decina di posti letto.
L’«Ada Negri» è un piccolo plesso all’interno del parco Verde che accoglie circa 90 bambini del ciclo primario e insieme alla materna «Collodi» e alla media «Viviani», forma un Istituto comprensivo diretto da Bartolomeo Perna da 18 anni. Un dirigente che ama lavorare in silenzio ma che sa che togliere la scuola ai bambini del parco è una sconfitta per tutti.
«Se questo plesso dovesse veramente chiudere, sarebbe come una deportazione per gli alunni. E non è tanto un problema di distanza, ma noi sappiamo bene che è già difficilissimo per questi bambini liberarsi dalle etichette e dai pregiudizi negativi, per questo lavoriamo tanto sull’inclusione. Ma spostarli fuori dal parco significherebbe sradicarli da una piccola comunità dove in qualche modo si sentono a casa». Il comune di Caivano però ha già cambiato la destinazione d’uso dell’edificio che ospita la scuola anche se — dice il preside — esisterebbe la possibilità di poter realizzare l’ospedale di comunità in un’altra struttura poco distante, idonea e con caratteristiche simili. Ma l’assurdità è un’altra. l’«Ada Negri» è stata oggetto di lavori di ammodernamento completati soltanto tre mesi fa per oltre 300 mila euro con palestra nuova, illuminazione a led e impiantistica a norma. Con la realizzazione dell’ospedale si smantellerebbe tutto e si farebbero ovviamente i lavori daccapo. «È mai possibile — interviene Perna — che oltre al danno per i bambini della scuola, si debbano sprecare fondi pubblici in questo modo? È una cosa gravissima. Non sarebbe più giusto tenere entrambe le cose: scuola e ospedale?». Il ragionamento non fa una piega. Soprattutto se si pensa che nel Parco Verde manca tutto e che una scuola è sempre un presidio di legalità.
«Lavoriamo moltissimo sulla dispersione — aggiunge il dirigente — che è praticamente zero alla materna e alle elementari ma che raggiunge picchi anche del 30-40% alle medie. A Caivano poi abbiamo una notevole presenza di ragazzi disabili e autistici. Noi andremo avanti con il consueto impegno, nella speranza che Comune e Asl possano rivedere le proprie decisioni».