-Napoli- È questa la sintesi del vertice tenuto ieri al Viminale, a proposito della possibile (e quanto mai auspicata) vittoria del terzo scudetto. Un tavolo coordinato dal ministro Matteo Piantedosi, attorno al quale erano seduti il prefetto di Napoli Claudio Palomba, il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente del club azzurro Aurelio De Laurentiis. Chiara la strategia del Viminale. Ci sono due mosse prese ieri a porte chiuse: da un lato l’esigenza di creare le condizioni per una possibile pace tra tifosi; dall’altro la questione rinforzi, con la determinazione del ministro a spedire a Napoli contingenti in grado di garantire il controllo dell’ordine pubblico. Più divise, più auto, se è necessario finanziamenti per sostenere i turni straordinari delle nostre aliquote territoriali.
Ma andiamo con ordine, alla luce di quanto emerso nel corso dell’incontro romano: sono due gli eventi che impegnano l’agenda della Prefettura, sono due le feste su cui ci sarà l’impegno di amministratori e forze dell’ordine sull’asse Napoli-Roma. Parliamo di quanto potrebbe avvenire al triplice fischio finale, quello che – si spera – dovrebbe sancire la vittoria matematica del Napoli in campionato; e quello del 4 giugno, quando finisce il torneo e si potrà replicare – questa volta in modo organizzato – la festa dei tifosi azzurri, in una serie di eventi e location che sono stati più o meno definiti. Restiamo alla kermesse ufficiale, alla festa del 4 giugno: come raccontato in esclusiva dal Mattino, i festeggiamenti si svolgeranno nel post partita, all’interno dello stadio Maradona, per poi spostarsi – in modo strategico e diffusivo – in altre piazze della città. Ci sarà ovviamente un palco principale in piazza Plebiscito, luogo simbolo del rinascimento napoletano nel quale si profila la possibilità di accedere con prenotazioni, di fronte all’esigenza di sancire una sorta di numero chiuso; ma, nell’ottica di decongestionare il centro cittadino, si ipotizzano anche altre location, probabilmente in piazza Mercato, piazza Ciro Esposito a Scampia e l’ex base Nato a Bagnoli. Ben altra cosa, invece, per quanto riguarda la storia della prima festa, nella quale occorrerà rafforzare contingenti e aliquote di agenti in un dialogo serrato ed estemporaneo con Roma. Probabilmente saranno chiuse alcune strade, blindati obelischi e fontane storiche, per evitare danneggiamenti al patrimonio storico. «Napoli da solo non ce la può fare a gestire le feste serve l’aiuto dello Stato». Appello che Piantedosi ha raccolto dando seguito alle parole dell’ex rettore. Ma il Comune deve fare la sua parte a iniziare dallo schierare in campo un numero maggiore di vigili urbani. In particolare deve fare la sua parte a Largo Maradona, il santuario dove si recheranno decine di migliaia di tifosi e turisti.