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Meta-Siae, la diatriba continua: “Si sono comportati come un dittatore nordcoreano”

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Il presidente della Siae Salvatore Nastasi ha così parlato davanti alle Commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera, nel corso del mancato accordo tra Meta e Siae:

“Quando ci hanno messo con le spalle al muro, la trattativa non si è interrotta. Se Meta ci dice di sederci di nuovo al tavolo, noi ci sediamo. Io ho continuato a insistere. Noi, ci tengo a precisarlo, non ci siamo mai alzati da quel tavolo di trattative e speriamo, nonostante le minacce, che la trattativa proceda. Un colosso come Meta deve trattare con la Siae non dico alla pari, ma con un obbligo di trasparenza. La direttiva europea pone in capo alle piattaforme l’obbligo di dichiarare a Siae una serie d’informazioni fondamentali. Siae non vuole informazioni su Meta per l’Iva, ma perché per definire il giusto compenso degli autori noi abbiamo bisogno di sapere informazioni fondamentali, di cosa si nasconde dietro quei fatturati”.

Poi, ha aggiunto: “Meta non ha sede in Italia, per cui discutere e trattare con loro è molto complicato. Dopo la scadenza della licenza abbiamo chiesto alcuni dati a Meta, e non li abbiamo avuti. Durante le trattative abbiamo visto molte slide e molte parole, ma pochi contenuti. Non siamo mai riusciti ad accedere ai dati che ci avrebbero permesso di giustificare qualsiasi richiesta economica. Noi abbiamo offerto i nostri dati a Meta, da parte loro questo non è avvenuto”.

Infine, ha concluso: “All’improvviso, a trattativa in corso, loro hanno detto se oggi alle 18 non avrete accettato le nostre condizioni, tutti i contenuti italiani saranno rimossi. Così, come un dittatore nordcoreano, premendo un bottone. Non potevamo accettare la loro proposta, senza aver mai avuto da loro un solo dato di quelli che chiedevamo. Ho il sospetto che dietro tutto questo, ci siano anche problemi economici che non hanno nulla a che fare con l’Italia”.

Pertanto, non si è fatta attendere la replica di Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta:

“L’ultimo accordo tra Siae e Meta è scaduto il 15 dicembre 2022, e già lo scorso agosto 2022 Meta ha contattato Siae per avviare le trattative per il rinnovo. Nei giorni scorsi, sulla stampa, abbiamo assistito a numerose speculazioni sul tema – mancanza di trasparenza, mancanza di buona fede, presentazione di un’offerta, prendere o lasciare. In realtà, il punto su cui si è interrotta la trattativa, era molto semplice: cioè la natura dell’importo richiesto da Siae per la licenza a partire dal 2023. La prima richiesta è stata quasi 4 volte superiore all’importo concordato dalle parti fino al 2022, senza che venisse fornita alcuna motivazione per tale aumento, né che fosse presentato un modello economico appropriato a supporto”.

Poi, continua: “Considerando che i diritti oggetto di licenza sono sostanzialmente gli stessi, la richiesta di Siae risulta ingiustificata. Nonostante il fatturato globale sia diminuito di anno in anno, Meta ha offerto un considerevole aumento rispetto ai precedenti accordi, ma non ha mai potuto avvicinarsi all’aumento richiesto da Siae. Nonostante le divergenze emerse, Meta ha fatto tutto il possibile per mantenere viva la negoziazione. Grazie al diretto coinvolgimento del management internazionale, Meta è riuscita a presentare un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022. Si tratta di una delle proposte di aumento più alte mai presentate nel mercato europeo. Tuttavia, Siae, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022. Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta nel corso delle negoziazioni, cercando di andare incontro alle richieste di Siae, ma questo non è stato abbastanza”.

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