Salute

Torino, cieco da 30 anni torna a vedere grazie all’autotrapianto: i dettagli

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La storia che vi stiamo per raccontare ha dell’incredibile, visto che un uomo di 83 anni cieco per due diverse patologie è tornato a vedere, grazie ad un intervento rivoluzionario eseguito all’ospedale Molinette di Torino.

In particolare, l’anziano è stato sottoposto ad un autotrapianto dell’intera superficie oculare da uno dei suoi occhi. Si tratta della prima volta al mondo che si esegue questa tecnica. Ecco le prime parole del paziente dopo l’operazione:

“Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”.

Pertanto, l’uomo aveva perso la vista dall’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile da 30 anni. In seguito, è stato colpito da una rara malattia che lo aveva privato della vista dall’occhio destro.

Ecco quanto dichiarato dalla dottoressa Enrica Sarnicola:

“Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto”. 

Poi, continua nella spiegazione il direttore della Clinica oculistica universitaria dell’ospedale Molinette di Torino, Michele Reibaldi:

“In questo intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva, comprese le cellule staminali del limbus. In estrema sintesi, il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola perché notissimo nel mondo, per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali”.

“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato auto trapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere”.

Infine, conclude Sarnicola: “La vera novità consiste nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”.

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