Cronaca

Alice Scagni uccisa dal fratello, il padre alla Polizia: “Mandate una volante a casa di mia figlia”

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Un vero e proprio dramma quello avvenuto lo scorso primo maggio a Quinto, in provincia di Genova, dove il disoccupato Alberto Scagni uccise la sorella Alice sotto casa della donna.

Tuttavia, è emersa una telefonata di 12 minuti tra il papà dell’assassino e la Polizia, poche ore prima dell’omicidio. Infatti, l’uomo chiede di mandare una volante ma l’agente risponde così:

“Senza denuncia non possiamo arrestare nessuno, non funziona così”.

A quel punto, l’operatore spiega che se il figlio non è lì, non possono intervenire. Allora il signor Scagni ribatte raccontando delle minacce pervenute anche alla figlia e al genero. Poi, alla domanda dell’agente se avesse mai fatto denuncia prima di allora, egli risponde:

“Non l’ho mai fatta, perché la situazione è peggiorata da poco tempo. Ma come faccio a denunciare? Lui mi ha tagliato le gomme, ha minacciato di tagliarmi la gola”.

Pertanto, l’agente continua a dirgli di fare denuncia, ma l’uomo racconta “che il giorno prima la Polizia aveva preso già a verbale la moglie”. Così, l’operatore consiglia all’uomo di non aprire la porta qualora il figlio tornasse a farsi vivo e di ricontattarli. Il padre ribatte chiedendo: “E se io esco e questa persona mi taglia la gola per strada?”.

Allora il poliziotto replica dicendo che “noi non possiamo prevedere il futuro. Ma non possiamo arrestarlo senza una denuncia. Se viene sotto casa sua allora le mandiamo la macchina e lo prendiamo”.

Queste sono state le ultime parole di quella telefonata, ora depositata dalla Procura che ha chiuso le indagini per omicidio. Pertanto, l’agente e il capoturno, oltre ad una dottoressa della salute mentale, sono indagati per le presunte omissioni dopo la denuncia presentata dai genitori.

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