“Ci portiamo dietro un modo di stare in campo e un lavoro fatto anche da altri nel passato. Con Sarri abbiamo in comune il fatto che ci garba più stare in tuta e l’idea di fare sempre la partita. Lui è stato un po’ un ‘Masaniello’, capopopolo di una rivolta di un determinato modo di vedere il calcio. Sul campo di Castel Volturno ancora ci sono le linee di passaggio del periodo di Sarri. Lui è più preciso di me nel modo di stare in campo. Io applaudivo il suo Napoli in piedi“. Così Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa a Castel Volturno alla vigilia di Napoli-Lazio, che vedrà il ritorno al Maradona dell’ex di turno Maurizio Sarri. “Le belle parole dei calciatori per me? Li ringrazio, ma sono sempre loro gli artefici di quello che sta succedendo. Da quando sono arrivato qui la mia battaglia è stata quella di riportare la gente allo stadio”, ha aggiunto il tecnico azzurro.
“Chi fa questo mestiere sogna sempre il massimo, come lo scudetto. Non sono tra quelli del vincere a tutti i costi e poi l’anno dopo fallire. Mi piace collaborare con la società per fare un discorso corretto per gli obiettivi comuni. Io non ho rivincite personali, devo pensare a far bene il mio lavoro e basta, come dice il presidente. Io occupo il mio tempo a pensare di fare bene quello che dobbiamo fare. Aprire un ciclo? Queste basi sono buone, c’è un gruppo forte e sano, che può durare negli anni. La società è stata brava a scegliere questi calciatori. Può succedere di aprire un ciclo. Ci sono tanti ragazzi che giocano meno e che meriterebbero ancora di più”, ha concluso Spalletti.