Mavien cu mme

Per quei bambini il mare era più sicuro della terra

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A chi si permette di giudicare, a chi addita quei genitori come irresponsabili che hanno permesso che il mare ammazzasse i propri figli: secondo voi un padre, una madre vorrebbe questo? Quei genitori stanno scappando da una terra che è una voragine, un ciclone, un pozzo, per loro quel barcone, quelle onde sono una tavola piatta e serena rispetto a quello da cui scappano. Ma che ne possiamo sapere noi tutti, comodi da casa, con i pc e tablet, con i quali siamo dei leoni da tastiera, scriviamo, commentiamo, giudichiamo. Unica parola d’ordine è: “immedesimiamoci”.

Ma siamo capaci di farlo? credo proprio di no. Nel mondo si effettuano esperimenti sociali sui medici, si permette loro di vivere situazioni come: il dolore che si sente dopo una chemioterapia.Questo sapete perché? per far in modo che il dottore che si relazionerà poi con il paziente oncologico, lo farà con l’empatia e la sensibilità giusta.

Se determinate situazioni non le proviamo sulla nostra pelle non potremo mai capire cosa si vive in quei minuti, in quei giorni e saremo sempre e solo pronti a guardare tutto da lontano a testa alta, come se noi avessimo la chiave di lettura ad ogni situazione.

La realtà cruda e spietata è che siamo solo delle persone ormai finte, oramai camminano i nostri cellulari per strada, non più noi.

Vedo mamme essere super attive nei gruppi della scuola, super attente, premurose e non riuscire a scambiare una parola quando ci si incontra in un istituto scolastico. Non abbiamo più il coraggio di metterci la faccia nelle situazioni, nei problemi, ormai ci mettiamo le dita.

Ah quanto siamo diventati bravi con quelli, potremmo tutti iniziare un corso di piano senza dover prima elasticizzarle con gli opportuni esercizi. Tanto abbiamo la nostra amata tastiera.

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