Per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, una donna diventa presidente del Consiglio. Febbraio 2023: per la prima volta, una donna viene eletta segretario di uno dei maggiori partiti italiani di centrosinistra. Insomma, nel giro di pochi mesi siamo passati dall’avere dei ruoli politici chiave totalmente dominati da rappresentanti del sesso maschile a un ribaltamento pressoché totale del quadro. Qualcuno non la considererà una grande rivoluzione, ma dopo decenni di immobilismo l’elezione di Giorgia Meloni e di Elly Schlein costituisce invece un elemento estremamente dirompente nella storia della politica italiana, pur nelle profonde differenze di ideali e di pensiero delle due rappresentanti.
Di contro Elly Schlein descrive una parabola da outsider, arrivando a vincere le primarie del Pd partendo da sostenitrice esterna del partito senza averne mai avuto la tessera. Pochi avrebbero scommesso su questo esito: né i sondaggi né tanto meno gli iscritti al Partito democratico sono riusciti a intercettare quello che sarebbe stato il risultato consacrato dalla competizione elettorale. Si dirà: ma l’essere donna è totalmente ininfluente, conta la preparazione. Sì, in un Paese normale sarebbe ovvio sottolinearlo. Ma in Italia è un dato di fatto che per troppi anni le donne sono state relegate a ruoli di mera rappresentanza non per mancanza di capacità e idee, ma per pura difesa di retroguardia intrisi di maschilismo.
Corretto, peccato che francamente non ci si sia mai posti il problema dei contenuti di fronte alla vittoria di uomini che ne erano palesemente privi. E i risultati portati avanti dagli “uomini grassi, brutti e scemi” come direbbe il presidente del Senato La Russa si vedono, eccome se si vedono. Però ecco, solo alle donne si chiede di portare contenuti, come se si desse per scontato che devono dimostrare qualcosa in più rispetto ai compagni di partito dell’altro sesso. Ma la verità è che le donne non hanno bisogno di contentini, ma solamente di avere la possibilità di poter giocare la propria partita iniziando a correre dallo stesso punto di partenza del proprio omologo uomo, anziché da 50 metri più indietro, com’è sempre avuto negli ultimi decenni.