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Baby gang picchia selvaggiamente dei ragazzini, l’aggressione nel centro storico

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Ragazzi picchiati selvaggiamente al centro storico di Napoli da una baby-gang perché stavano urinando in un vicolo: a rendere noto l’episodio, attraverso una nota, è il deputato dell’alleanza Verdi-sinistra Francesco Emilio Borrelli al quale una delle vittime, che ha 17 anni, si è rivolta per denunciare l’accaduto. “Ero con un gruppo di amici in zona Orientale, in tutto eravamo sei – dice il giovane al deputato – a un certo punto un mio amico doveva andare in bagno e lo abbiamo quindi accompagnato in un bar che però ne era sprovvisto. Così allora, data l’emergenza, abbiamo optato per il vicolo lì dietro. A me hanno dato calci alla schiena ed in faccia. Il mio amico ha subito una frattura al naso e alla mandibola. Sono stato in ospedale tutta la notte”.

Ogni volta restiamo sbalorditi e inorriditi di fronte alla ferocia di certi ragazzini che sono evidentemente educati alla cultura della violenza e non hanno alcuna considerazione per la vita umana dato che rischiano di ammazzare gli altri per un nonnulla”, commentano Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli. La somma tra inciviltà, delinquenza, esasperazione e violenza ha creato un mix terrificante. La situazione al centro storico poi è tragica, la criminalità vera, quella dei clan, e quella delle baby-gang ha preso il sopravvento da anni e purtroppo ancora non la si riesce a contrastare in modo efficace anche perché pure i controlli latitano”, concludono il deputato e il conduttore radiofonico.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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