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Infermieri aggrediti al Pellegrini, l’accusa, sarebbe dovuto partire a gennaio

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“Brutalmente picchiati”, vittime di una “furia cieca e inspiegabile”. Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, sindacato degli infermieri italiani, commenta così l’episodio balzato domenica agli onori della cronaca riguardante due infermieri aggrediti al Pellegrini. “La loro unica colpa”, spiega De Palma, è stata “non essere riusciti, nonostante ce l’abbiano messa davvero tutta, ne siamo certi, a salvare la vita di un 64enne giunto già in arresto cardiaco”. “La Campania e Napoli sono nuovamente teatro di vergognose aggressioni ai danni dei nostri operatori sanitari – è la denuncia del presidente del Nursing Up – Ciò che ci fa ancora di più preoccupare, oltre ai vili e inspiegabili fenomeni di violenza, è la tardiva risposta di un Ministero degli Interni che aveva inserito proprio il Vecchio Pellegrini, a metà gennaio, insieme al Cardarelli e all’Ospedale del Mare, tra le strutture regionali destinate immediatamente al ripristino dei presidi di pubblica sicurezza. A quanto ci risulta, invece, sarebbero intervenuti i carabinieri della stazione di San Giuseppe. Nella giornata di ieri abbiamo voluto accertarci di persona se nei tre ospedali napoletani i tanto attesi presidi sono stati attivati. Per il momento ciò che è stato annunciato pare che non sia ancora avvenuto, e le aziende sanitarie sarebbero state informate che il tanto atteso cambiamento, così come previsto per numerose strutture del Lazio, sarebbe imminente”.

 “Prima ancora di pensare di avere presidi delle forze dell’ordine in ospedale è necessario che il legislatore persegua con determinazione la violenza a carico degli operatori della sanità nell’esercizio delle proprie funzioni – prosegue Verdoliva – È necessario che si intervenga in analogia a come lo si è giustamente fatto nei confronti della violenza contro le donne. Serve certezza della pena con processi rapidi e condanne esemplari, altrimenti questi ‘animali’ continueranno ad imperversare nei nostri ospedali con il rischio che, prima o poi, ci si trovi a piangere un morto”. “Gli infermieri svolgono un essenziale servizio di pubblica utilità e solo per questo finora abbiamo garantito assistenza senza mai fermarci, anche operando in situazioni difficili, aggressioni e violenze comprese. Non sono bastati fin qui le denunce, gli appelli, gli allarmi lanciati alle forze dell’ordine e di Governo del territorio. Forse si attende il caso eclatante”, spiega. “Oppure che gli infermieri, esasperati e frustrati – prosegue Rea – incrocino le braccia per difendere il diritto all’integrità fisica, al rispetto, a lavorare senza essere continuamente aggrediti, minacciati, offesi e vituperati”.

“Ringrazio il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, per la solidarietà manifestata e per la precisa presa di posizione contro ogni forma di violenza ai danni degli infermieri – ha aggiunto la presidente Rea – da parte nostra piena solidarietà dell’Ordine ai colleghi aggrediti”. “A essi va la vicinanza e la comprensione di tutta la professione, messa ogni giorno alla prova da condizioni di lavoro ormai insostenibili”.

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