Vorrebbero lavorare, essere impiegati, formati, coinvolti. Eppure, per i percettori di Reddito di cittadinanza napoletani è una possibilità remota. Il Comune riesce a impiegare, dati dell’autunno 2022, solo mille persone anche se, secondo la legge, dovrebbero essere almeno il 30 per cento del totale, che solo a Napoli ammontano a circa 100mila. Tra questi c’è anche chi si è visto cancellare dalla piattaforma dei puc, i progetti comunali di inserimento lavorativo. A Napoli Est sono decine e chiedono di poter lavorare. Come Annunziata, Riccardo, Giuseppe e Diego.
Annunziata ha 25 anni e con il Rdc aiuta i genitori con cui vive. Era impiegata nei servizi di giardinaggio: “Mi piaceva, mi sentivo utile. Sono le strade del mio quartiere, era bello poterle tenere pulite. Non vengo chiamata da luglio 2022. Chiamo quasi tutti i giorni agli uffici della VI Municipalità ma mi danno sempre la stessa risposta: non sono sulla piattaforma. Il perché davvero non lo so”. “Poi ho avuto una serie di incidenti e non ho potuto più lavorare. Mi arrangiavo. Il Reddito ci ha aiutato. Però io vorrei ancora lavorare, almeno altri 4-5 anni. Nella scorsa primavera sono stato inserito nei progetti di pulizia delle aiuole per tre mesi, poi non sono stato più chiamato”.
“Non c’è trasparenza – accusa Giuseppe Sapio, il portavoce – perché vediamo sempre le stesse persone coinvolte, mentre noi siamo fuori da mesi. Per noi è un’opportunità per poter impare un lavoro e inserire un’esperienza sul curriculum. Invece, ci ignorano. Anche io non sono più coinvolto da luglio 2022”.Critiche alla gestione dei progetti arriva anche dal consigliere della VI Municipalità Patrizio Gragnano (Movimento 5 Stelle): “Siamo stati i primi a impiegare i percettori per ripulire i quartieri e adesso, per via di intoppi burocratici, abbiamo perso tutto.