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Morta dopo il sushi, Schettino: “’Non può essere l’anisakis” spiega il proprietario della catena Giappo

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La morte Rossella Di Fuorti, 40enne di Soccavo, avvenuta nel giorno del suo compleanno poche ore dopo averlo festeggiato in un locale asiatico a Fuorigrotta, ha scosso il mondo della ristorazione. La correlazione tra il decesso e l’aver consumato il pasto è al momento ancora da appurare, ma la Procura ha aperto un’inchiesta e disposto l’esame autoptico e i carabinieri del Nas sono intervenuti con una ispezione nel ristorante, sequestrando anche campioni di cibo. 

Enrico Schettino, responsabile della prima scuola di formazione chef di cucina giapponese, founder del gruppo Giappo Italia che ha aperto oltre 20 ristoranti etnici in Italia e volto tv della cucina giapponese e fusion, cerca di fare chiarezza sulla vicenda. “Ancora una volta assistiamo ad una pericolosa commistione tra cucina cinese e giapponese, come se assimilassimo la cucina italiana a quella iberica solo perché entrambe europee. Preme sottolineare come in ogni tipo di gastronomia esistano dei rischi legati non solo al crudo ma anche a diversi altri fattori che l’utente tende a sottovalutare, soprattutto in favore del risparmio.

Addossare la colpa al Sushi è un grave errore mediatico: se una persona muore per aver mangiato una paella spagnola preparata in un ristorante cinese, la colpa non è imputabile alla paella! Detto questo non bisogna abbassare i livelli di attenzione sul sushi: la presenza di un abbattitore come da normativa 2013 ma anche il problema dell’incrocio di processo nella cottura e chiaramente di igiene dei locali e delle attrezzature”.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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