L’inverno napoletano sta attraversando, in questi giorni, quello che dovrebbe essere il suo momento di freddo più intenso. Temperature vicine allo zero, che rendono questi giorni particolarmente duri per chi non ha un tetto sotto il quale trovare riparo. L’accoglienza ai clochard, tema quindi quandomai d’attualità, è l’argomento di cui abbiamo discusso con Benedetta Ferone, responsabile dei servizi per i senza fissa dimora della Comunità di Sant’Egidio. “C’è uno sforzo importante in corso, una sinergia costruttiva tra Comune, Chiesa di Napoli e associazioni. È vero che i posti non bastano, ma stiamo lavorando insieme e c’è disponibilità da parte di tutti i soggetti coinvolti a continuare a farlo.
Vorrei anche aggiungere: c’è bisogno di tutti. È vero che serve l’aiuto delle istituzioni, strutturale, un aiuto imprescindibile. Però è tutti insieme che possiamo fare la differenza”. “Noi come Comunità di Sant’Egidio abbiamo aperto un’accoglienza da freddo da inizio dicembre, ma si è subito riempita. La Chiesa di Napoli ha aperto Santa Maria del Trionfo in via Foria e ora aprirà una tensostruttura esterna riscaldata.” “Mi spiego: normalmente serve il permesso di soggiorno per accedere ad un dormitorio pubblico. L’assessore Trapanese, su nostra richiesta, ha disposto una stanza al piano terra nell’ex dormitorio pubblico alla quale si accede senza la necessità di mostrare il permesso di soggiorno.
È un tipo di accesso facilitato che è possibile anche al centro di via Bernardo Tanucci”.”Esatto, vediamo come va. Speriamo Anm sia tollerante e faccia entrare i senza fissa dimora prima della mezzanotte. Ne abbiamo parlato con l’assessore, è troppo tardi l’ingresso a quell’ora quando fa freddo. La nostra accoglienza apre alle 19.30 e siamo proprio al limite”. “Sì, i posti al momento sono tutti occupati e c’è il problema di reperirne di ulteriori. Inoltre manca una risposta per le donne senza documenti, per le coppie, e per le persone con cani. C’è stata una forte richiesta anche da parte di queste categorie, ma al momento non è stato possibile rispondere positivamente“
“Come Comunità di Sant’Egidio sono ormai 30 anni che aiutiamo i senza fissa dimora, e nel tempo sono state tante le persone che con noi hanno fatto percorsi di uscita dalla strada. È un reinserimento sociale che comincia anche solo dall’avere un letto in cui dormire, dal fare due chiacchiere a cena, dal riappropriarsi di una dimensione sociale, di condivisione”.“Si può aiutare in due modi. Direttamente e di persona, innanzitutto segnalando, quindi essendo vigili quando si è in strada. Soccorrendo chi non è coperto abbastanza ad esempio, offrendogli una bibita calda, oppure facendo presente se c’è un problema più complesso. La seconda cosa che si può fare è raccogliere dei beni utili ad affrontare il freddo: sacchi a pelo, coperte, thermos”.