“Il governo italiano deve smetterla di rendere più difficile il lavoro delle organizzazioni di soccorso in mare, prolungando così anche le sofferenze delle persone in cerca di protezione. Tutte le risorse governative e civili disponibili devono essere utilizzate per prevenire il maggior numero possibile di morti. È in corso un crimine contro l’umanità”. Insieme a vivi dalla nave umanitaria sono sbarcati anche i due cadaveri recuperati dal team di Sea Eye 4 e per i quali i soccorsi sono arrivati troppo tardi. Un’altra persona è morta dopo un’evacuazione di emergenza domenica in un ospedale. Tra le vittime c’è una giovane madre, il cui bimbo, invece, è tra i sopravvissuti.
“È stata l’esperienza più drammatica che ho avuto in mare. Soprattutto le persone del primo soccorso erano in pessime condizioni di salute quando sono arrivate a bordo con noi – dice il medico Angelika Leist di German Doctors -. Avevano trascorso sei giorni sulla barca senza cibo, senza acqua potabile. È stato molto sconvolgente per tutti”. “Un porto siciliano sarebbe stato molto più veloce da raggiungere e le persone avrebbero avuto un accesso molto più rapido alle cure mediche di cui avevano bisogno”, sottolineano da Sea Eye 4. La nave si trova ancora nel porto di Napoli, da cui si salperà alla volta di Burriana per i lavori di manutenzione ordinaria.