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GDF Napoli. In Collaborazione con l’ADM e l’ufficio delle dogane di Napoli 1

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Circa 4 milioni di pezzi tra mascherine e prodotti elettronici, introdotti in contrabbando nel territorio italiano e senza rispettare le norme in tema di marcatura CE o di sicurezza, sono stati scoperti a Napoli nel periodo pandemico, grazie alla stretta sinergia tra le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Napoli e i funzionari dell’ADM – Ufficio delle Dogane di Napoli 1. Due responsabili sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria competente per ipotesi, a vario titolo, per contrabbando, frode in commercio e violazioni alle norme sulla salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro.

In particolare, nel corso di un controllo all’interno di un negozio riconducibile ad un’azienda gestita da soggetti cinesi, nella zona industriale del capoluogo sono stati trovati dei dispositivi con dicitura “for kids” non commercializzabili, in quanto presidi medici non destinati all’uso dei bambini. L’ispezione estesa ai magazzini aziendali permetteva di rinvenire oltre 3 milioni di mascherine, non scortate da documenti di provenienza e prive dei requisiti di conformità, nonché migliaia di prodotti elettronici ritenuti non sicuri, tra cui telecamere, strumenti per illuminazione e per eventi musicali, tutti privi di documenti giustificativi e, per questo, cautelativamente posti sotto sequestro, unitamente ai locali adibiti a deposito.

Tali articoli, se immessi sul mercato, avrebbero prodotto introiti per oltre 5 milioni di euro.
Gli accertamenti tecnici eseguiti presso i laboratori chimici dell’ADM hanno confermato l’inidoneità di tutte le mascherine sequestrate e, al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, sono state distrutte, unitamente al materiale elettronico, a spese degli indagati. Inoltre, con il supporto dell’ADM – Ufficio di Napoli 1, sono stati ricostruiti i diritti di confine sottratti a tassazione, quantificabili per un importo complessivo di circa 100.000 euro, nonché, con l’ausilio del personale dell’ASL di Napoli, rilevate evidenti irregolarità in merito al rispetto delle regole in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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