Scuola

Napoli, De Luca dichiara: “Vogliono dividere l’Italia in due anche sulla scuola, no alla privatizzazione”

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è intervenuto presso la Stazione Marittima di Napoli, nel corso di un’assemblea riguardante il mondo della scuola pubblica. Ecco le sue dichiarazioni:

“Parte dalla Campania la mobilitazione nazionale a difesa della scuola pubblica e dell’unità del nostro Paese. Occorre dare dignità e retribuzioni europee ai nostri docenti, occorre evitare riduzioni irresponsabili del dimensionamento scolastico; occorre sostenere chi lavora nelle zone disagiate e nelle aree interne; occorre uno studio formativo moderno e raccordato con il mondo produttivo; occorre moltiplicare e semplificare gli ITS e, diversamente da quanto avvenuto nella legge finanziaria, occorrono nuove risorse per l’edilizia scolastica e una valorizzazione piena e permanente dei docenti di sostegno. Occorre cioè, tutto il contrario di una divisione del Paese anche nel sistema scolastico”.

Poi, aggiunge: “Con questa grande manifestazione, la Campania promuove una mobilitazione di massa che vogliamo estendere a tutta Italia per difendere la scuola pubblica. Un passo alla volta, ci stiamo avvicinando all’obiettivo di privatizzare anche la scuola pubblica che, insieme alla sanità, resta il principale servizio di civiltà del nostro Paese”.

Poi, prosegue: “Obiettivi? Noi vogliamo adeguare gli stipendi di tutti i dipendenti della scuola e, semmai dare un aiuto ai docenti che vanno a lavorare nelle aree disagiate, nelle zone interne, ma nessuno pensi di differenziare gli stipendi sulla base del costo della vita, cioè delle Regioni. È un’idiozia dal punto di vista gestionale e sarebbe un altro modo per dividere l’Italia in due. Quest’idea va assolutamente contrastata, così come va contrastata l’idea del governo del numero di istituti scolastici, che significherebbe meno personale e scuole più affollate. Poi, dobbiamo avere più risorse. L’attuale Legge di Bilancio non stanzia un euro per i prossimi tre anni per l’edilizia scolastica, riduce le risorse per la fascia 0-6 anni”.

Infine, ha così concluso: “C’è materia per fare una battaglia seria, contro la demagogia e contro il tentativo di dividere l’Italia in due anche sulla scuola, e soprattutto di avvicinarci a un modello scolastico che apre le porte alla privatizzazione anche della scuola”.

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