Gianni Agnelli è stato sicuramente uno dei personaggi più influenti del nostro tempo, una figura storica del Novecento, il miglior biglietto da visita per il nostro Paese nel mondo. Tuttavia, l’Avvocato è stato molto di più: è stato un uomo carismatico e pratico, icona di stile ed eleganza, invidiato da molti e imitato da tutti.
Pertanto, la sua vita è stata costellata da numerosi lutti: la prematura scomparsa del padre Edoardo, morto in un incidente con l’idroplano; quella del nonno, suo vero mentore; quella del figlio Edoardo e del nipote Giovannino, il primo per suicidio e il secondo per malattia. Ciò nonostante egli ha saputo sempre rialzarsi, grazie all’innata personalità e ad un fascino senza tempo, confermato dalle numerose conquiste sia in campo lavorativo che personale.
In sostanza, l’Avvocato era un uomo mondano e affamato di vita, che allo stesso tempo non è mai venuto meno all’impegno di presidente della Fiat e della Juventus, considerati come ‘affari di famiglia’.
Inoltre, egli era amato dai suoi dipendenti, poiché fautore della rinascita dell’azienda nel Dopoguerra; era amato dai suoi calciatori, in particolar modo Alessandro Del Piero, da lui stesso soprannominato ‘Pinturicchio’, per la bellezza dei suoi gol; era amato dai suoi concittadini, che ogni qualvolta lo vedevano arrivare con il suo elicottero si sentivano al sicuro, solo perché c’era lui.
Oggi, si celebra il 20esimo anniversario della sua morte, e viene naturale pensare a quella infinita calca di persone che gremirono le strade che portavano alla chiesa, o che hanno voluto rendergli l’ultimo saluto nella camera ardente istituita per l’occasione nello stabilimento Fiat di Torino. Sembrava quasi di assistere ad un pellegrinaggio di fedeli, perché il 23 gennaio 2003 non morì un semplice uomo, ma il ‘Signore di tutti.