Cronaca

Addio ad Antonio Pallante: l’uomo che attentò la vita di Palmiro Togliatti

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Era il 1948, quando l’allora studente di giurisprudenza Antonio Pallante, decise di entrare nella storia con un gesto isolato e simbolico, ossia l’attentato all’allora segretario del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti, accusato dall’uomo d’intrattenere rapporti con l’Urss.

In particolare, Pallante, si era mosso dalla sua Sicilia per incontrare proprio Togliatti a via delle Botteghe Oscure, senza però riuscirci. A quel punto, egli partorì l’idea che avrebbe rafforzato le ragioni dell’anticomunismo, tendendo un vero e proprio agguato a Togliatti, il quale fu raggiunto da alcuni colpi di pistola alla nuca e al fegato, mentre usciva da un ingresso secondario della Camera dei Deputati. Tuttavia Togliatti si salvò, e le sue prime dichiarazioni furono molto rasserenanti: “Sono fuori pericolo, presto tornerò al mio posto”.

Ecco invece quello che dichiarò Pallante:

“Mi misi in testa un’idea molto precisa. Se Togliatti fosse morto, l’Italia si sarebbe salvata. Pensavo che quello fosse l’unico modo di evitare l’invasione dei sovietici, dovevo farlo e l’ho fatto. Ma da quel giorno, non mi sono più occupato di politica”.

Antonio Pallante è morto l’estate scorsa all’età di 99 anni, ma la notizia della sua dipartita è stata data solo ieri, accompagnata dalle parole del figlio, il quale ha così dichiarato:

“Mio padre ci ha sempre detto che quel gesto lo ha fatto, semplicemente perché da studente vedeva qualcosa che poteva essere una minaccia per la democrazia, intravedendo il legame tra Togliatti e l’Urss”.

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