Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, a margine di un’intervista al Messaggero, ha così parlato della questione pensioni:
“Quota 41 è un metodo, non uno spot. Solo ragioni di costo hanno richiesto l’inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l’azzeramento progressivo del limite d’età. Quindi, si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età”.
Poi, aggiunge: “Purtroppo, Opzione donna non era sostenibile economicamente. Ma si tratta di una misura che intercetta un bisogno di tutela cui non possiamo e non vogliamo negare risposte. Vedremo di trovare una quadra migliorativa”.
In seguito, sempre in ambito di previdenza, Freni afferma:
“Si è scelto di supportare in modo deciso i redditi medio bassi, limitando la rivalutazione previdenziale solo a determinate fasce. È stata una scelta politica, ma nei prossimi mesi l’andamento dell’inflazione sarà il parametro per le nostre scelte”.
Infine, per quanto concerne i rilievi della Ragioneria alla Manovra, ha così spiegato:
“Rispetto agli ultimi 5 anni, quest’anno la nota è stata di gran lunga la meno dura: un solo stralcio e alcuni rilievi marginali. Ricordo anni, anche in tempi recentissimi, con oltre 60 rilievi e quasi 15 stralci. Ma è fisiologico che sia così: è giusto che vi sia sempre un controllo a valle, che garantisca l’equilibrio contabile”.