Sono le 23 quando un’auto parcheggia nei pressi di una sala slot in via Matteotti. Il conducente esce dal veicolo già travisato, pistola in pugno. La mostra ai dipendenti e chiede l’incasso. La pistola è un ottimo deterrente per eventuali reazioni e il titolare consegna senza battere ciglio circa 1500 euro in contanti. Analizzano le immagini di videosorveglianza e riconoscono l’uomo armato e il veicolo che guida. Non hanno dubbi e lo raggiungono a casa. L’auto non è ancora rientrata, le luci dell’appartamento sono ancora spente. Si posizionano in modo da non essere visti, pronti a intervenire.
Pochi minuti dopo due fari illuminano la strada e l’auto poco prima ripresa dalle telecamere si ferma, freno a mano tirato. Il conducente esce dall’auto, addosso gli abiti immortalati dalle telecamere: comprende subito di essere stato smascherato. Il passeggero spalanca lo sportello e fugge a gambe levate, correndo tra i campi. Sembra molto giovane. A finire in manette un 45enne del posto già noto alle forze dell’ordine e suo figlio appena 14enne. Sequestrata l’arma utilizzata verosimilmente per la rapina, una glock cal. 40 con matricola abrasa e 7 proiettili nel serbatoio. Il 45enne è stato portato in carcere, per il giovane complice si sono aperte le porte del Centro di accoglienza dei Colli Aminei.
Lo raggiunge e lo immobilizza. È un ragazzino, il suo volto ancora imberbe. A finire in manette un 45enne del posto già noto alle forze dell’ordine e suo figlio appena 14enne. Sequestrata l’arma utilizzata verosimilmente per la rapina, una glock cal. 40 con matricola abrasa e 7 proiettili nel serbatoio. Il 45enne è stato portato in carcere, per il giovane complice si sono aperte le porte del Centro di accoglienza dei Colli Aminei. Sono entrambi in attesa di giudizio, dovranno di rispondere di rapina e porto abusivo di arma clandestina.