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Napoli. Morto a 53 anni l’ex calciatore e allenatore Mihajlovic, la sua battaglia ha commosso il mondo del calcio

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Non si è mai piegato né spezzato, Sinisa Mihajlovic, di fronte a nessuno. Era il suo bello, la sua unicità, il suo orgoglio. Alla fine ha ceduto solo a una malattia assassina e inesorabile, contro cui ha combattuto per più di tre anni, ribellandosi con furia al destino, sfidandolo, cadendo e rialzandosi dopo due pesanti cicli di cure per la leucemia, chissà se presago della fine, ma indomabile sempre, circondato dalla sua meravigliosa famiglia: la moglie Arianna, i cinque figli, da poco anche una nipotina. Un paio di settimane fa lo si era visto per l’ultima volta, affaticato ma ancora lucido e divertente, alla presentazione del libro di Zdenek Zeman, a Roma. 

E’ stato uno dei più straordinari combattenti visti sui campi della serie A, un uomo-squadra come ne sono esistiti pochi, e al tempo stesso il sinistro più portentoso che si ricordi, era davvero un ciclone il sinistro di Sinisa, quando sorvolava le barriere e si schiantava in rete: è tuttora suo il record di gol su punizione diretta in serie A, ben 28, a pari merito con Andrea Pirlo. Nè è stato le polemiche, anche dure, anche estreme, in cui è stato coinvolto, o in cui lo coinvolgevano, anche quando in tanti, troppi, negli stadi gli davano dello “zingaro”. Sinisa è stato un uomo che ha sempre caratterizzato le squadre in cui ha giocato, che non erano mai banali o sciatte, visto che avevano lui dentro il cuore. E sono state squadre che hanno lasciato segni: la Stella Rossa di Belgrado, addirittura campione d’Europa nel 1991 con un Mihajlovic appena 22enne, la Lazio di Eriksson che fu la più vincente di sempre nella storia del club, persino l’Inter dove chiuse la carriera, insieme al suo amico Mancini diventato allenatore, che in quei due anni ricominciò a vincere.

Nella sua Vukovar, dove i serbi come lui erano in minoranza rispetto ai croati, si scatenò l’inferno quando scoppiò la guerra civile in Jugoslavia, e Sinisa vide parenti in armi l’uno contro l’altro, improvvisamente, anche nella sua famiglia, e la sua città distrutta. La sua vita, professionale e non solo, cambiò quando arrivò alla Roma, e qui conobbe Arianna, sua moglie. Poi la carriera di allenatore, il Bologna e il Catania all’inizio, poi la Fiorentina, un anno alla guida della Serbia, la Samp, la grande occasione al Milan, il Toro, fino agli ultimi tre anni al Bologna. Dove gli arriva addosso un treno lanciato in corsa, la malattia. Lui la annuncia mostrando il petto, come sempre, e la affronta allo stesso modo. Si cura, e mentre si cura continua ad allenare la squadra, torna, la riprende in mano, finisce la stagione, sempre mostrandosi, senza paura, senza vergogna. È stato un esempio per tutti, e Bologna l’ha eletto cittadino onorario. Poi la leucemia si ripresenta, e negli ultimi mesi si era fatto tutto troppo duro. «È fatica alzarsi alle 4 e andare al lavoro alle 6, farlo tutto il giorno e non arrivare a fine mese. Questa è fatica vera. Essere capitano del Toro è solo un orgoglio e un piacere». Sinisa era questo qui, e un milione di altre cose ancora. Indimenticabili.

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Si ipotizzano omicidio e disastro colposo per l’esplosione a Ercolano

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Si ipotizzano i reati di omicidio colposo plurimo e di disastro colposo nelle indagini sull’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio che ieri ha causato la morte di tre giovani, un 18enne, che lascia un bimbo di 4 mesi, e di due gemelle di 26 anni.
    Secondo quanto si è appreso l’onda d’urto ha proiettato il corpo del 18enne a decine di metri dal luogo dell’esplosione: la salma è stata recuperata e poi trasferita al secondo policlinico di Napoli dove verrà sottoposto a esame autoptico.

Oggi dovrebbero essere recuperate le salme delle altre due vittime: ieri, infatti, si è resa necessaria la sospensione dei lavori per il timore di altri scoppi visto che l’area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi.
    Identificato, nel frattempo, dai carabinieri il proprietario dell’immobile che era stato adibito abusivamente alla produzione e al confezionamento dei fuochi d’artificio: si tratta di un 38enne che, accompagnato dal suo avvocato non ha voluto rilasciare dichiarazioni agli inquirenti.

La sua posizione ora è al vaglio del sostituto procuratore di Napoli Vincenzo Toscano.
    Intanto i militari sono al lavoro per fare luce sulle cause della deflagrazione: al momento non ci sono certezze su come si sia innescato lo scoppio. L’area, già da ieri, per motivi di sicurezza è interdetta al passaggio dei veicoli e delle persone.
    Nelle prossime ore è prevista la bonifica da parte degli artificieri dell’arma dei carabinieri mentre i vigili del fuoco procederanno alla rimozione delle macerie. Successivamente si procederà alla messa in sicurezza della zona.

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Litiga con la compagna e scappa con il figlio di lei

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PIETRAMELARA – Ristretto ai domiciliari litiga con la compagna e scappa con il figlio 11enne di lei, ore di angoscia per una donna di Pietramelara

La madre dell’undicenne si è rivolta ai carabinieri e sporto denuncia rivolgendo un appello ai militari: “Aiutatemi a trovare mio figlio. Voglio solo sapere dove sta il mio piccolo e riabbracciarlo al più presto. Sto vivendo un incubo”. Scattate le ricerche, sul capo dell’uomo oltre all’evasione dagli arresti pende anche l’accusa di sottrazione di minore.

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Castellammare di Stabia rientro blindato per gli alunni

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Oggi gli alunni di Scanzano sono entrati in classe accompagnati dai genitori e protetti dalla presenza dei carabinieri. Non si placa la tensione all’istituto ‘2 Panzini’, dove giovedì scorso un gruppo di genitori e parenti dei bimbi hanno aggredito una docente di sostegno.

“La scuola deve essere un luogo dove si lavora e si studia nella serenità, e nell’armonia, è comunque grave che 30 ‘parenti’ si siano arrogati il diritto di esercitare una sorta di ‘giustizia fai da te’ contro un’insegnante.

L’episodio testimonia l’imbarbarimento di una società sempre più violenta, che ha necessità di recuperare i valori della civile convivenza”, lo scrive Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito

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