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Meloni alla Camera: “Dobbiamo impedire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa”

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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera in vista del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì, parlando in particolar modo dell’approccio del suo governo:

“L’Europa deve avere un ruolo più incisivo nella crisi ucraina. Sul fronte energetico deve ricalibrare la risposta contro la speculazione, insoddisfacente e inattuabile. E il dossier immigrazione deve passare dal dibattito sulla redistribuzione, a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Ue”.

Poi, in risposta alle lamentele di Roberto Giachetti per il suo ritardo, il premier ha spiegato: “È per il traffico. Non ho detto che è colpa di Gualtieri, poi ognuno trarrà le sue conclusioni”.

Inoltre, ha definito “solo propaganda” le tesi di chi dice che “la soluzione per la pace è fermarsi”. Su questo punto, ella aggiunge: “Lo spazio di manovra per il cessate il fuoco appare oggi assai limitato, ma l’Italia appoggerà in ogni caso gli sforzi in proposto”.

Pertanto, la Meloni ha difeso il sostegno militare a Kiev e le sanzioni a Mosca:

“Non dobbiamo consentire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio. Sulla crisi energetica siamo pronti a fare tutto quello che c’è da fare per fermare la speculazioni, anche se gli unici interventi davvero efficaci e risolutivi devono arrivare dall’Ue, che è in ritardo su una situazione epocale. A guidare la trattativa ora sono i Paesi considerati non sovranisti, secondo cui andare in ordine sparso, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi, se necessario a scapito degli altri, non è solo un’illusione”.

Sul fronte interno, Meloni ha rivendicato di aver messo in sicurezza la raffineria siciliana Isab-Lukoil, “uno dei tanti dossier finora irrisoltiDa Bruxelles, Roma si aspetta uno sforzo per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e la competitività delle imprese. Mentre sono potenzialmente distorsivi e discriminatori verso le aziende europee, gli effetti del piano anti-inflazione varato dagli Stati Uniti”.

Infine, chiosa finale dedicata alle sentenze capitali in Iran:

“L’uso della forza contro dimostranti pacifici e contro le donne è ingiustificabile, e soprattutto inaccettabile”.

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