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Napoli. Precipita un bus tra le ipotesi sarebbero emerse responsabilità a carico di 9 persone

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Ci sarebbe anche un malore – forse causato dall’assunzione di stupefacenti – tra le cause alla base del grave incidente avvenuto il 22 luglio 2021 a Capri, dove un bus del trasporto pubblico locale è precipitato in una scarpata profonda 15 metri, a Marina Grande, a pochi metri da una spiaggia. Il bilancio della tragedia fu di un morto, l’autista, Emanuele Melillo, e di 23 passeggeri feriti. Inoltre, Melillo – morto per i traumi e non per il malore – non doveva e non poteva essere alla guida in quanto era portatore di invalidità al 50%. Uno stato di salute mai emerso anche perché il giovane non sarebbe stato sottoposto dall’azienda per la quale lavorava alle visite mediche periodiche previste dalla legge. Visite che – secondo gli inquirenti – avrebbero potuto evidenziare anche l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti.

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato al legale rappresentante della società di trasporto pubblico caprese Atc, al medico che avrebbe dovuto tenere sotto controllo lo stato di salute dell’autista, a un dirigente della Provincia di Napoli, a un tecnico responsabile della manutenzione straordinaria della strada provinciale 66, a quattro funzionari della Città Metropolitana di Napoli e al dirigente della gestione tecnica strade e viabilità, quest’ultimo per non avere tenuto conto di una segnalazione con la quale un pool di tecnici evidenziava la necessità di predisporre una barriera di protezione in sostituzione della ringhiera “incriminata”. Comunque il Procuratore, nell’emettere il verdetto di “chiusura indagini”, ha individuato 9-10 presunti colpevoli, ed ha soprattutto affermato che si tratta di una “morte sul lavoro per cause esterne al conducente del veicolo” .

Ovviamente, Emanuele non c’è più e tutto ciò che accade fa parte della dialettica processuale atteso che alcuni indagati rischiano parecchi anni di galera per omissioni “GRAVISSIME” riguardanti la sicurezza sulla strada e sul luogo di lavoro. Come accennato in precedenza, secondo me, la “contrapposizione” processuale riserverà ulteriori contestabili certezze o ambigue falsità. Un caro saluto a tutti voi”.

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